In Inghilterra avevano voluto credere alla grossolana bugia del Newcastle che non ci fosse collegamento tra il fondo Pif e lo stato saudita.

Pare che in Inghilterra sia scoppiato il caso Newcastle. La cessione del club al fondo saudita Pif nasconde delle zone grigie venute a galla dopo la pubblicazione improvvisa di alcuni messaggi WhatsApp. Ne parla il Telegraph.
Più o meno, chiunque conosce il fondo Pif sa che è “a tutti gli effetti uno strumento diretto dello stato saudita, dato che il suo presidente era Mohammed bin Salman, il principe ereditario del regno“. Ma, al tempo della trattativa, Amanda Staveley, l’esperta che curava la cessione dall’Inghilterra, assicurava: «Il nostro partner è il Pif, non lo stato saudita. La questione della separazione è stata risolta».
Il principe dell’Arabia Saudita bin Salman si è interessato attivamente al Newcastle
Dai messaggi trapelati però non sembra sia la verità: “Se i suoi sforzi di mettere una certa distanza tra il fondo Pif e Bin Salman sono sembrati ad alcuni di noi un’esagerazione all’epoca, quel dubbio non ha fatto che aumentare. I messaggi WhatsApp trapelati e visionati dal Telegraph suggeriscono che Bin Salman, non era affatto un osservatore distaccato. Anzi, è stato, durante la trattativa, un protagonista centrale nell’acquisizione del club da parte dei sauditi“.
Nei messaggi si legge: «Il principe ereditario sta perdendo la pazienza»; «L’ambasciatore saudita del Regno Unito ha parlato con il principe ereditario questa mattina».
L’acquisto del Newcastle da parte dei sauditi segna un cambio di passo nella strategia saudita di ripulire la propria reputazione agli occhi del mondo. Non bisogna dimenticare le accuse per “l’omicidio del editorialista del Washington Post Jamal Khashoggi solo tre anni prima“. Nemmeno questo ha impedito ai sauditi di impossessarsi di un club inglese del massimo campionato.
“Ciò che ora dà fastidio non è tanto il fatto che sia stato loro concesso di acquistare il Newcastle (dopotutto, la Premier League non ha regole che impediscano la proprietà da parte di stati stranieri), quanto il fatto che non ci siano state domande sul ruolo del principe ereditario da allora in poi“. Nessuno ha fatto domande.
Eppure nel 2020, una lettere inviata alla Premier League spiega perché il fondo Pif e lo Stato saudita fossero entità distinte e separate e con interessi diverse. «I direttori del Pif sono nominati per decreto reale – si leggeva nella lettera – e il suo attuale consiglio è composto quasi esclusivamente da ministri del governo saudita. La legge pone il fondo Pif espressamente sotto la direzione di un ministero del governo saudita. La sua funzione è quella di servire l’interesse nazionale dell’Arabia Saudita».
Anche da parte britannica ci sono stati importanti interventi politici
Ma Staveley ha insistito. Si tratta di «fondo di investimento autonomo, guidato commercialmente». Il Telegraph, e chiunque altro, però ha una concezione diversa di autonomia. “Significa, nel suo senso letterale, indipendenza e libertà di prendere le proprie decisioni. Il Pif non ha sicuramente nulla del genere, dato che è presieduto dal primo ministro saudita. Gli unici imperativi commerciali da cui è guidato sono quelli dell’Arabia Saudita. L’idea che ci sia una netta demarcazione tra il fondo e la sede del potere a Riyadh non regge“.
Si tratta di un passaggio cruciale perché l’approvazione dell’acquisizione del Newcastle si basava proprio su questo distacco tra il fondo e lo Stato. Ora spetta sicuramente ai parlamentari rianalizzare le affermazioni e le decisioni che hanno portato alla situazione odierna. Anche perché dai “messaggi trapelati da Staveley” si evince “che ci siano stati importanti interventi politici da parte saudita, ma anche da parte britannica“. “Le persone meritano di conoscere la verità”.