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Pogacar è lanciato in una corsa solitaria per essere il migliore della storia (l’Equipe)

Ha vinto pure il Giro di Lombardia, ormai i singoli successi non importano più. Ma il sospetto non va mai via in questo sport, Tadej sa che dovrà sempre rispondere ai dubbi di tutti

Pogacar è lanciato in una corsa solitaria per essere il migliore della storia (l’Equipe)
UAE Team Emirates' Slovenian rider Tadej Pogacar cycles to the finish line to win the 6th stage of the 110th edition of the Tour de France cycling race, 145 km between Tarbes and Cauterets-Cambasque, in the Pyrenees mountains in southwestern France, on July 6, 2023. Marco BERTORELLO / AFP

Pogacar vince ancora. Ormai lo sloveno non fa più notizia. L’ultima sua conquista è il Giro di Lombardia. Per gli avversari, quando in gara c’è lui, non ci sono speranze. Tadej non lascia nemmeno le briciole. L’Equipe, come spesso accade, descrive al meglio la stagione, la forma e i successi di Pogacar.

Dietro di lui al Giro di Lombardia Evenpoel, oro alle Olimpiadi di Parigi. Non certo un ragazzino alle prime pedalate. Eppure “quando c’è Pogacar, il suo posto è quello del 2°. Il belga non ha nemmeno provato ad aggrapparsi al volante dello sloveno quando ha attaccato, sa che è vano, che non c’è niente da guadagnare se buttare all’aria una corsa“.

Secondo il quotidiano francese, sono due gli aspetti di Pogacar che vanno analizzati. Quantomeno accennati. “Innanzitutto il numero dei suoi successi (tra cui Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale, ndr). Venticinque vittorie, inaudite per un non velocista e per l’istituzione del World Tour, periodo in cui il calendario è rimasto più o meno lo stesso. Soli cinquantasette giorni di gare, che parlano di supremazia, di assolutismo“.

Dalle Strade Bianche di inizio marzo, primo giorno di gare e primo successo, alla Lombardia di sabato, ha schiacciato i suoi avversari – nota l’Equipe – si è messo a dimostrare la sua superiorità, la sua differenza dagli altri, il mondo che li separa da lui. Lanciato in una corsa che conduce da solo, per la storia, per essere il migliore“.

Tadej sa che dovrà sempre rispondere ai dubbi di tutti, è il prezzo da pagare per essere il più grande

La sua supremazia può anche essere un boomerang per il ciclismo. Non sappiamo infatti quale sia il margine di miglioramento di Pogacar. Un incremento dell’ sue prestazioni “farebbe paura”. E non è un eufemismo. Potrebbe anche iniziare a mostrare i primi segni di cedimento dopo stagioni lunghe e intense e dopo gli sforzi compiuti dal suo corpo.

Di sicuro “il sospetto è duro a morire in uno sport a cui non piace più il dominio, a cui si guarda con sospetto. Come per i campioni prima di lui, per Pogacar esiste ciò che possiamo razionalizzare e ciò che non riusciamo a spiegare, qual è l’essenza dello straordinario. In questa zona grigia si nasconde il dubbio, sano, naturale, essenziale. Il campione del mondo sa che dovrà rispondere ai dubbi di tutti. È il suo fardello, così come la sua responsabilità. Il prezzo da pagare quando aspiri ad essere il più grande”.

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