Le parole del ciclista riportate dal Messaggero: «Se metti a rischio la tua salute per una carriera di dieci anni, è come buttare via la tua vita, è stupido»
Pogacar ieri, alla vigilia del Giro di Lombardia, ha parlato del tema doping da sempre centrale nel mondo del ciclismo.
Il Messaggero riporta le parole dello sloveno.
Per Pogacar:
«Il ciclismo è vittima del suo passato, quando i corridori facevano di tutto per essere i migliori, anche a costo di rischiare la salute e la vita. Non solo i vincitori. Corridori di cui non conosciamo nemmeno il nome oggi hanno problemi di salute o psicologici a causa di ciò che hanno preso 30 anni fa. Il ciclismo sta soffrendo per quegli anni. Verso questo sport non c’è fiducia e non so cosa possiamo fare per riconquistarla. Dobbiamo solo correre le nostre gare e sperare che la gente cominci a credere in noi».
Pogacar sui vincitori sempre accusati di essere imbroglioni
Sui sospetti:
«Ci sarà sempre un vincitore, è colui che sta sotto i riflettori ed è sospettato di essere un imbroglione. Forse tra qualche generazione la gente dimenticherà il passato, dimenticherà Armstrong e quello che stava facendo all’epoca».
Per Pogacar il doping è un modo stupido per mettere a rischio la propria salute:
«Il nostro è uno sport già abbastanza pericoloso così com’è con gli incidenti, i limiti che non si possono superare per il cuore. Se metti a rischio la tua salute per una carriera di dieci anni, è come buttare via la tua vita, è stupido. Non voglio correre il rischio di ammalarmi».
«Quale Sinner, il doping dei 23 nuotatori cinesi e la Wada è uno scandalo mai visto» (L’Equipe)
Rémi Keller è stato per sei anni il capo della commissione sanzioni dell’agenzia antidoping francese (Afld). È considerato un guru della lotta al doping. Intervistato da L’Equipe parla anche del caso Sinner e della Wada, ma di sponda rispetto a quello che lui considera “il più grosso scandalo di violazione delle procedure antidoping che abbiamo mai visto”: il caso dei 23 nuotatori cinesi positivi assolti nel 2021.
Da un’indagine condotta dalla televisione pubblica tedesca Ard e dal New York Times emerse che i nuotatori erano risultati positivi alla stessa sostanza nel gennaio 2021. La Wada aveva accolto la tesi della contaminazione accidentale perché il prodotto in questione – la trimetazidina – sarebbe stato ritrovato nelle cucine del luogo in cui alloggiavano. Quest’estate, 11 dei 23 nuotatori incriminati hanno preso parte ai Giochi di Parigi, alcuni con successo come i nuotatori Zhang Yufei (6 medaglie, di cui 3 di bronzo nell’individuale) e Yang Junxuan (4 medaglie nella staffetta). Il rapporto finale del procuratore Cottier, inviato alla Wada all’inizio di agosto, è stato curiosamente pubblicato solo a settembre, dopo le Olimpiadi.