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Pogba inguaia Thiago Motta e Giuntoli: «Voglio restare alla Juve, mi riduco lo stipendio» (Gazzetta)

E ora? I due hanno fatto fuori tutti i senatori, Danilo è rimasto ma non gioca. «Parlerà il campo, il tecnico giudicherà con i suoi occhi»

Pogba inguaia Thiago Motta e Giuntoli: «Voglio restare alla Juve, mi riduco lo stipendio» (Gazzetta)
Db Torino 14/05/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paul Pogba

Pogba inguaia Thiago Motta e Giuntoli: «Voglio restare alla Juve, mi riduco lo stipendio»

Pogba intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Il Tas gli ha ridotto la squalifica a 18 mesi, può tornare a marzo. Ha chiesto di gioaul Pogba si è confessato alla Gazzetta chiarendo tutti i dettagli dell’ultimo anno, della squalifica per doping (ridotta dal Tas a 18 mesi, terminerà a marzo) e del suo rapporto con la Juventus. Passato, presente e futuro. Ritrovato il sorriso dei tempi migliori, adesso il 31enne centrocampista francese vuole tornare a essere protagonista sul campo.

Che Pogba dobbiamo aspettarci dopo questa lunga inattività?

“Sarà un nuovo Pogba: più affamato, più saggio e più forte. Mi sono allenato da solo con i preparatori in questo anno e sono pronto a tornare alla normalità nel 2025. Ho soltanto un desiderio, giocare a calcio”.

Negli ultimi mesi si è sentito più sostenuto o abbandonato dalla Juventus?

“L’amore dei tifosi non è mai mancato. Con i tesserati della Juve non potevo avere contatti per questioni legali. Tanti compagni del passato e attuali mi hanno sempre sostenuto. Cuadrado mi chiamava ogni due giorni e mi faceva sempre ridere. Dybala mi ha mandato molti messaggi. E poi Vlahovic, McKennie, Weah, Kean… Non me ne aspettavo così tanti, anche perché ognuno di noi ha i propri problemi nella vita quotidiana”.

A marzo può tornare in campo: ha già parlato con Thiago Motta?

“Non ho avuto modo di vederlo e parlarci, ma arriverà questo momento. Io penso di tornare pronto per allenarmi e giocare con la Juve. Io adesso sono un giocatore nella Juve. Nella mia testa c’è soltanto questo oggi”.

Se Thiago la chiamasse, cosa gli direbbe per provare ad ottenere una nuova chance nella Juventus?

“Non devo parlare io, parlerà il campo e poi Thiago Motta giudicherà con i suoi occhi, in base a quello che vedrà. Le chiacchiere sono belle, ma io voglio giocare e nella Juve e nella Francia voglio essere il migliore”.

Rinuncerebbe a uno dei suoi lussuosi orecchini o a qualcosa di prezioso per rigiocare almeno un minuto in bianconero?

“Io sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve. Voglio tornare”.

Il suo numero 10 è passato sulle spalle di Yildiz: le fa effetto?

“Non è il mio numero, è della Juve! Quando nel 2016 sono tornato a Manchester, non mi sono portato dietro il 10. Ho detto a Kenan che ha talento, gli voglio bene e merita quella maglia. Lo avevo già capito ai primi allenamenti che era un ragazzo diverso. Dissi subito ai compagni: Yildiz deve venire in prima squadra. Il 10 non è il mio, sarà sempre della Juve. La Juventus ha fatto bene a pensare al presente, io ero squalificato per 4 anni quando hanno assegnato il 10 a Kenan”.

Se ripensa all’ultimo anno, ha temuto di cadere in depressione come è capitato ad altri giocatori?

“E’ stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione”.

A distanza di mesi e dopo tutta questa vicenda, ha capito il motivo che l’ha spinta ad assumere l’integratore incriminato?

“La cosa sbagliata è stata quella di non riguardare quello che mi ha dato un professionista. Ripeto: un professionista. Io come tanti giocatori ho un cuoco, un preparatore e un fisioterapista personale, è sempre stato così anche Manchester. Non è una questione di leggere meglio l’etichetta, me lo aveva dato un professionista fuori dal club. Ma non ripeterò la stessa cosa, questo è sicuro”.

È vero che in passato ha detto no a Guardiola per la Juventus?

“Sì”.

 

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