A La Stampa: «È un allenatore che ha idee, carisma, personalità, sa come va gestito il gruppo. Nei rapporti sa dare la priorità a chi ha esperienza ma non dà sicurezza a nessuno del posto»
Thiago Motta sembra finalmente superato l’esame che lo aveva visto vivere con l’incombenza del passato di Massimiliano Allegri. È vero che la Juventus in campionato non sfonda, ma siamo a inizio stagione e il tempo per recuperare c’è. In Champions invece i bianconeri stanno facendo prestazione pazzesche, non ultima quella con il Lipsia.
Cesare Prandelli, ex ct della Nazionale che lanciò in azzurro proprio l’attuale allenatore bianconero, ne ha fatto l’elogio su La Stampa
«Thiago è un allenatore che sorprende, non è banale, non è scontato. Sa spiazzare, e chi lo conosce bene si aspetta sempre qualcosa che possa far saltare gli schemi altrui».
Prandelli, come valuta l’impatto di Thiago Motta nel mondo Juve?
«Proprio come me lo aspettavo. È un allenatore che ha idee, carisma, personalità, sa come va gestito il gruppo. Nei rapporti sa dare la priorità a chi ha esperienza ma non dà sicurezza a nessuno del posto, chi merita gioca e questo poi paga perché tutta la squadra ti segue. Ha trasmesso la sua cultura del lavoro e la sua mentalità in pochissimo tempo.E oggi dico che la Juve ha ancora grandi margini di miglioramento, sono sicuro che troverà sempre più sicurezza e certezze».
Si aspettava di vedere così in fretta Motta calarsi nella parte di allenatore di una grande squadra?
«Sì, perché Thiago allenatore mi ricorda in tutto e per tutto come era da giocatore. Sempre riflessivo, mai frenetico, aveva il gioco sempre sotto controllo, poteva essere velocissimo e sapeva prendere tempo a seconda della situazione per poi piazzare la giocata da campione. Non mi sta sorprendendo, si sta confermando per come lo conosco».
Cosa le piace di più di lui?
«Che non è allineato ai nuovi allenatori, è allineato solo a se stesso. Non copia nessuno, non segue le mode, va alla ricerca del predominio del gioco senza avere l’ossessione di imporre concetti in maniera rigida. Mi piace questo di lui, sa essere elastico. Non ti concede punti di riferimento, con lui è più difficile capire come svilupperà il gioco. Che si basa su concetti semplici ma complicati da prevedere, vuole occupare gli spazi ma sa farlo in maniera diversa a seconda delle situazioni».