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Severgnini ciacca e medica: “Sapevamo tutto ma lo abbiamo rimosso. San Siro non è il male”

Sul CorSera. “Certo che sapevamo che intorno al calcio, non solo a Milano, si muoveva questa melma. Ma abbiamo rimosso, come gli innamorati”

Severgnini ciacca e medica: “Sapevamo tutto ma lo abbiamo rimosso. San Siro non è il male”
Mg Milano 18/09/2016 - campionato di calcio serie A / Inter-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: coreografia tifosi Inter

Sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini, notoriamente tifoso dell’Inter, prova a commentare la vicenda che ha travolto Inter e Milan. L’inchiesta della procura milanese che ha azzerato le curve delle due squadre parla anche di “sudditanza” dei club, quando anche di “agevolazione colposa” dell’organizzazione criminale. Ma il pezzo di Severgnini ha un vago sapore autoassolutorio.

Severgnini: “Sapevamo che intorno al calcio, non solo a Milano, si muoveva questa melma”

Si legge dal CorSera:

Risse, pestaggi, estorsioni. Un omicidio, e non era il primo. Patti con i clan. Associazione per delinquere con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Diciannove arresti. Leggere le cronache del Corriere è impressionante, ma non sorprendente. Davvero non sapevamo che intorno al calcio, non solo a Milano, si muoveva questa melma? Certo che lo sapevamo. Ma era doloroso e lo abbiamo ripetutamente rimosso: è una specialità degli innamorati, in fondo.

Ora, però, l’ultima illusione è caduta, a colpi di intercettazioni, immagini inequivocabili e capi di imputazione. Cosa dobbiamo fare? Rinunciare allo sport che amiamo e darla vinta ai delinquenti? Neanche per sogno. La risposta è l’onestà, e l’onestà passa da un esame di coscienza. Devono cominciare i tifosi di Inter e Milan: quelli veri.

I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Paolo Storari e Sara Ombra, parlano di «atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza». Provo a tradurre: le società conoscevano il mostro, e hanno cercato di blandirlo. Ma i mostri si sfidano, blandirli non serve. La comprensione, per certa gente, è debolezza. Il compromesso, un’occasione per chiedere di nuovo e di più.

Quello che è accaduto potrebbe segnare una svolta? È possibile. A Milano — la storia lo ha dimostrato ripetutamente — partono le rivoluzioni italiane. Speriamo accada anche oggi. Perché San Siro non è il male, e il male non è concentrato a San Siro: violenza e malaffare volteggiano intorno a tutte le squadre in tutte le grandi città.

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