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Spalletti duro su Inzaghi e gli ultras: «Se uno ti telefona e non lo conosci, è difficile poterci scambiare parole»

Alla Rai si sottrae al corporativismo: «Non conosco i loro rapporti precedenti. Rispondo a chi non conosco poi però so anche riagganciare»

Spalletti duro su Inzaghi e gli ultras: «Se uno ti telefona e non lo conosci, è difficile poterci scambiare parole»
Inter Milan's Italian head coach Simone Inzaghi (L) and Napoli's Italian head coach Luciano Spalletti (R) greet each others prior the Italian Serie A football match between Inter and Napoli, at the San Siro Stadium in Milan, on November 21, 2021. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Il ct dell’Italia Luciano Spalletti ha concesso un’intervista alla Rai, in cui ha parlato dell’inchiesta ultras che vede coinvolto anche il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi. E Spalletti si sottrae al corporativismo, chapeau.

Spalletti: «L’ho trovata una cosa nuova, mi ha sorpreso»

L’ultima domanda era dedicata alle indagini sulle curve di Inter e Milan; Spalletti ha allenato i nerazzurri dal 2017 al 2019:

«Posso raccontare quanto ho vissuto io nell’esperienza di Milano. Non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni, anzi posso ampliare all’intera mia carriera. Non è mai successo che qualcuno mi abbia telefonato per queste cose. L’ho trovata una cosa nuova, mi ha sorpreso. Non lo so quali siano stati i rapporti precedenti. Uno ti telefona, non lo conosci, non ci hai mai avuto a che fare e penso sia difficile poterci scambiare parole. Io rispondo a tutti, anche ai numeri che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona».

Ha parlato anche di Schillaci recentemente scomparso:

«Sono stato travolto e trascinato dal suo impeto, dalla sua voglia, la sua foga nel giocare. Si avventava sul pallone, diventava una tigre nell’andare a concludere in area di rigore».

Del match contro il Belgio di questa sera, ore 20:45:

«La chiave tattica sarà di rimanere sempre in ordine pur volendo comandare il gioco e gestire la partita. Loro hanno davanti una velocità che ti fa male, bisogna essere bravi in fase difensiva nell’uno contro uno e saper raddoppiare».

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