«Sono un portiere freddo, non ho emozioni in campo, non sono il tipo di persona che festeggia molto. Non mostro alcuna passione sul campo»
A Barcellona ci hanno messo poco a farsi piacere Wojciech Szczesny. Uno che parla dritto per dritto, sempre schietto e ironico. Come nell’intervista a El Mundo Deportivo Aveva detto addio dopo essere stato messo alla porta dalla Juve a 34 anni. Ci ha ripensato subito, appena l’hanno chiamato dalla Catalogna per sostituire un’istituzione come Ter Stegen.
“È una storia molto strana, perché il giorno prima che Marc si infortunasse ero sicuro al 100% che avrei detto no a tutti. Ma quando ho ricevuto la chiamata del Barça, quando diventa reale è una sensazione diversa. Ho guardato mia moglie sperando che mi dicesse semplicemente “non farlo”. Ma non sono capace di dire no al Barcellona. E non credo che lo avrei fatto per nessun altro”.
Lewandowski “è stato il primo a chiamarmi per dirmi ‘guarda, se ci fosse la possibilità, verresti?’. Gli ho parlato per un po’ e non siamo arrivati a nulla. Direi che mia moglie è stata la più influente. Quando mi ha chiamato l’allenatore avevo già deciso al 99%”.
“La verità è che sono venuto qui per vincere. Non sono venuto per divertirmi. Mi sono divertito moltissimo a Marbella. È lì che vivevo prima di trasferirmi a Barcellona. Vorrei vincere trofei che non avevo mai vinto prima. Ce ne sono due o tre”.
Szczesny descrive Szczesny
Szczesny si descrive come un portiere “Freddo, perché non ho emozioni quando sono in campo, non sono il tipo di persona che festeggia molto. Non mostro alcuna passione quando sono sul campo di calcio. E sono molto ambizioso. Ho aspettative molto alte riguardo al livello a cui dovrò arrivare. È quello che ho sempre fatto durante la mia carriera e ho sempre voluto migliorare.
Dice di aver imparato molto da Buffon, soprattutto “la leadership e la personalità. E come si dice in spagnolo, i cojones. Gigi è un esempio non solo per i portieri ma per tutti i giocatori del mondo di come essere gentili perché è molto gentile con tutti, ma è un leader ed esige dai suoi compagni di squadra di fare del loro meglio ed è il migliore che abbia mai visto. C’è un equilibrio molto sottile tra essere un leader in modo molto amichevole ed essere rispettati per questo ed essere semplicemente un idiota. E non voglio essere un idiota. Gigi ha quell’equilibrio”.