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Toh, arriva il chiarimento Spalletti-Inzaghi. Il ct era rimasto solo

La Gazzetta: telefonata tra i due. Il ct ha detto che il suo era un discorso in generale. Si’ come no. La verità è che nessuno lo aveva appoggiato.

Toh, arriva il chiarimento Spalletti-Inzaghi. Il ct era rimasto solo
Inter Milan's Italian head coach Simone Inzaghi (L) and Napoli's Italian head coach Luciano Spalletti (R) greet each others prior the Italian Serie A football match between Inter and Napoli, at the San Siro Stadium in Milan, on November 21, 2021. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Toh, arriva il chiarimento Spalletti-Inzaghi. Il ct era rimasto solo. La Gazzetta scrive di chiarimento tra Inzaghi, tecnico dell’Inter, e Spalletti, ct dell’Italia, che in conferenza stampa aveva commentato, senza citarlo direttamente, il coinvolgimento del collega nell’inchiesta ultras.

Dopo il gelo, il chiarimento

Scrive la Gazzetta:

Dopo il gelo, il chiarimento. Luciano Spalletti e Simone Inzaghi si sono sentiti al telefono nelle ultime ore. Il ct azzurro ha chiamato il tecnico dell’Inter per chiarire il senso delle sue parole: «Non mi è mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose — aveva detto Spalletti a proposito dei contatti telefonici emersi tra il collega Inzaghi e gli ultras interisti —. Io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona».

Spalletti e Inzaghi, dopo ore di gelo, si sono dunque parlati. E il ct ha assicurato a Inzaghi di non volersi riferire direttamente a lui, spiegando come il suo fosse un discorso di carattere generale.

Inzaghi ultras, la Gazzetta definisce Spalletti il ct col bazooka e scrive di fuoco amico

La Gazzetta definisce fuoco amico le parole di Spalletti su Inzaghi e gli ultras. Il quotidiano dà per assodato che a prevalere debba essere il corporativismo. O, peggio, l’omertà. Che ci si possa battere per un calcio migliore, pulito e legale, non è nemmeno preso in considerazione. Il concetto di fuoco amico è rivelatore della mentalità del calcio italiano: bisogna stare tutti dalla stessa parte. Non vedo, non sento, non parlo. Ricorda quando Lippi in tv disse a Zeman (l’uomo che con le sue parole innescò un meccanismo che trascinò la Juve al processo doping) che quando si fa parte di un sistema, ci si adegua alle sue regole. Un trattato di omertà che andrebbe ritrasmesso in tv a orari regolari.

Torniamo alla Gazzetta. Inzaghi si trova ad affrontare una doppia sfida: in campo, all’inseguimento del Napoli di Conte, e fuori dal campo, con l’inchiesta ultras e le parole di Spalletti che lo hanno deluso.

Scrive la Gazzetta dello Sport:

L’inchiesta sugli ultras della Dda di Milano lo ha allontanato per qualche ora da Appiano e lo ha trascinato fin dentro a un commissariato di polizia in zona Duomo: non indagato, è stato sentito come testimone in una storiaccia di ultras in odor di mafia arrivati a bussare alle porte di Inter e Milan, ma si sarebbe di certo risparmiato anche il semplice accostamento.

A completare la settimana è poi arrivato il fuoco amico di Luciano Spalletti, il ct col bazooka: il suo precedessore sulla panchina nerazzurra non è stato proprio diplomatico nel bacchettarlo sui rapporti con il tifo organizzato e le parole del collega non sono state gradite (eufemismo).

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