Lo studio ripreso dal Guardian: negli stadi di Arlington, Houston e Monterrey, i giocatori potrebbero affrontare temperature effettive di 50 gradi
Ai Mondiali americani si morirà dal caldo. E non è una suggestione, si sa già: i calciatori correranno un “rischio molto elevato di subire stress termico estremo” in 10 dei 16 stadi che ospiteranno la prossima Coppa del Mondo, avverte uno studio ripreso dal Guardian.
Secondo lo studio, il caldo e l’esercizio fisico intenso potrebbero costringere i calciatori a sopportare temperature torride superiori a 49,5 gradi, negli stadi di Arlington e Houston, negli Stati Uniti, e a Monterrey, in Messico.
La Fifa ha previsto dei “cooling break” se la temperatura del “bulbo umido” dovesse superare i 32 gradi. Ma gli scienziati temono che la metrica sottovaluti lo stress che gli atleti sperimentano in campo perché considera solo il calore e l’umidità esterni.
“Durante un’intensa attività fisica, vengono prodotte enormi quantità di calore dal lavoro dei muscoli del giocatore”, ha affermato Katarzyna Lindner-Cendrowska, climatologa presso l’Accademia polacca delle scienze e autrice principale dello studio. “Questo aumenterà il carico di calore complessivo sul corpo dell’atleta”.
I ricercatori hanno simulato temperature che tengono conto della velocità e dei livelli di attività dei giocatori, nonché dei loro vestiti. E ci sono andati per difetto, perché il più alto “tasso di lavoro” che può essere integrato nell’indice di calore è circa la metà di quello sostenuto dai giocatori professionisti durante una partita di calcio, spiega Julien Périard, vicedirettore dell’University of Canberra Research Institute for Sport and Exercise.
Gli scienziati hanno rilevato che lo stress maggiore si verifica tra le 14 e le 17 in tutti gli stadi tranne uno. Ad Arlington e Houston, le temperature salgono sopra i 50 gradi nel tardo pomeriggio e mettono un “pesante peso sul corpo” che potrebbe portare a colpi di calore.