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Anti-pezzotto, Google al contrattacco: cerca l’appoggio del governo Usa contro il Piracy Shield (Repubblica)

Google, Cloudflare e altre big-Tech hanno scritto alla Ustr degli Stati Uniti per denunciare le anomalie dello “scudo” italiano: danneggia i commerci internazionali

Anti-pezzotto, Google al contrattacco: cerca l’appoggio del governo Usa contro il Piracy Shield (Repubblica)

Com’era prevedibile, Google non è rimasta a guardare la “piccola” Serie A italiana che – per errore – gli blocca dei servizi per contrastare il Pezzotto, e poi minaccia pure di fargli causa. E’ un colosso, in un’era (che si sta aprendo con l’elezione del ticket Trump-Musk) in cui i colossi tech dominano. E quindi ecco fatto: scrive Repubblica che “Google, il gigante statunitense Cloudflare e un gruppo di aziende che forniscono servizi di Vpn attaccano lo scudo italiano. Queste influenti imprese cercano l’appoggio del governo degli Stati Uniti perché il nostro scudo anti-pezzotto sia cambiato“.

“Per come oggi è strutturato, sostengono, può oscurare siti innocenti e leciti. Google, Cloudflare, le aziende fornitrici di Vpn per la navigazione anonima in Rete si affidano a una potente associazione di imprese – la Internet Infrastructure Coalition, con sede in Virginia – che rappresenta 81 marchi, tra cui i loro. A fine ottobre, l’associazione ha spedito una lettera a una speciale struttura del governo statunitense, la Ustr. La missiva denuncia le presunte anomalie del nostro scudo perché l’Ustr faccia proprie le contestazioni in un suo rapporto. Il National trade estimate report della Ustr, aggiornato ogni anno, potrebbe dunque convenire che lo scudo italiano ostacola i commerci internazionali a danno delle società americane”.

Più in dettaglio, la lettera della Internet Infrastructure Coalition sostiene sottolinea anche che “se un sito pirata è chiuso in pochi minuti, manca una procedura altrettanto rapida per riattivare un sito legale fermato per errore. La lettera cita poi l’ulteriore stretta che la maggioranza ha votato il 29 settembre qui da noi, nella commissione Bilancio del Senato. Le ultime norme – inserite nel decreto Omnibus – incaricano anche le società che vendono i servizi Vpn di scovare i pirati. Costretti a un ruolo improprio, alcuni fornitori di Vpn – si legge nella lettera degli americani – hanno abbandonato il mercato italiano”.

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