Domenica col Napoli affronterà il suo Torino. Ha rifiutato la Juventus: «Sentivo di tradire innanzitutto me stesso»
Buongiorno il guerriero che ha come modello Gandhi (Corsport)
Ne scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini. Domenica c’è Torino-Napoli e Buongiorno torna laddove ha lasciato un congruo pezzo di cuore e della sua storia.
Scrive il Corsport:
Lui che nel vivaio del Torino è entrato a 8 anni e ci è rimasto fino all’estate, fino ai 25; lui che con quella maglia mitica è partito dalla seconda squadra dei Pulcini e nel 2018 ha esordito in Serie A a 18 anni rompendosi un gomito; lui che a maggio, da capitano, ha letto i nomi degli immortali a Superga.
Con Rrahmani forma una coppia super, uno dei segreti della squadra di Conte e degli otto clean sheet collezionati in tredici giornate. Dodici, invece, le sue partite dal 1’ all’ultimo istante: ha saltato Verona per infortunio e adios. Non ce n’è per nessuno. La sua Napoli è la casa a Posillipo, qualche uscita con i colleghi, il lavoro. Torino è tutto: culla, famiglia, origini, fede, storia.
Buongiorno e il suo rifiuto alla Juventus
Il sangue granata di Ale e della sua famiglia, alla fine, cominciò a bollire: e la storia ebbe inizio. Si allenava nel mito di Alessandro Nesta e studiava, lo ha fatto sempre e lo fa ancora oggi: il Liceo Scientifico, la laurea in Economia Aziendale e ora la Magistrale. Il suo modello storico è Gandhi: è un guerriero ma anche un giovane uomo saggio e riflessivo. Papà lo chiamava “calma piatta”, per prenderlo in giro.
Nel suo curriculum granata c’è anche il rifiuto alla Juve, in estate: «Sono nato e cresciuto nel Torino, ho sempre giocato nel Torino e ho letto i nomi a Superga: mi sentivo di tradire in primis me stesso». Coerenza, sincerità, principi.