A Repubblica: «Non ho trovato una di loro che abbia detto una frase di incoraggiamento, è la cosa che mi ha fatto più male. Non fanno più parte della mia vita»
Angela Carini, atleta napoletana della nazionale azzurra di boxe, 26 anni, torna sul ring in occasione dei campionati italiani a Seregno. Non accadeva da agosto, quando ai Giochi di Parigi abbandonò nel primo minuto del primo round contro la pugile algerina Imane Khelif, accusata di essere un uomo. La sua intervista a Repubblica.
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Carini: «Nessun incoraggiamento da parte loro, non fanno più parte della mia vita»
Carini, sente la pressione di questo ritorno?
«Nessun ritorno, in fondo non sono mai andata via. Ho solo pensato fosse giusto allontanarmi per un po’ da tutti e stare con la mia famiglia, il mio ragazzo. Insomma con chi mi ama. E la pressione, ammesso che ci sia, non la sento neanche un po’. Sono carica, a parlare sarà il ring come lo ha sempre fatto nella mia vita».
A Parigi è stata dura, ricordiamo il suo pianto alla lettura del verdetto.
«Quelle lacrime in ginocchio erano un chiedere scusa a mio padre che non c’è più. In quel momento si è fermato il mondo. E ho capito che il mio sogno di regalargli la medaglia olimpica era svanito di nuovo» .
Su quel match si è detto che le è mancato il coraggio. Si è mai pentita?
«Sarebbe facile cancellare tutto, ma non lo farò. La verità è che molti preferiscono parlare male invece che immedesimarsi in te. Non sanno che il coraggio sta già nel salire sul ring quando tutto il mondo ti sta guardando, il coraggio è la saggezza delle scelte che si fanno» .
Umar Kremlev, il presidente dell’Iba, la federazione mondiale esclusa dal Cio, ha detto che le avrebbe comunque pagato il premio del vincitore.
«Mai preso un euro o anche un semplice regalo da nessuno. Che questo sia molto chiaro. Dopo Parigi si parlava quasi solo di me, sono state dette tante cose false sul mio conto nate solo per un giochetto giornalistico. Potevo sfruttare in qualche modo questa popolarità, anche se arrivata in maniera non gradita. Invece mi sono chiusa nella mia riservatezza. Ho meditato, mi sono allenata nel silenzio».
Carini continua:
«Ho trovato tanta disumanità, anche nella telecronaca che mi è stata fatta durante il match. La verità è che non sono stata consigliata proprio da nessuno. La sera prima dell’incontro ero con mio fratello, gli parlavo dei sacrifici per arrivare fino lì, di papà che ci guardava dall’alto, di come mi sarei battuta fino alla fine. Poi quei due colpi mi hanno messa ko, soprattutto il secondo alla mascella. Di pugni ne ho presi tanti in carriera, ma in quel momento ho sentito il bisogno di fermarmi. Inoltre non giudico nessuno, sarebbe bene che non lo facesse neanche Imane».
Irma Testa e le altre ragazze non le sono state accanto?
«Non parlerei del singolo ma dell’unità della squadra. Nessuna ha teso una mano verso di me. La cosa non mi meraviglia, loro però sanno benissimo chi è la vera Angela, una ragazza che dà battaglia sul ring senza tirarsi mai indietro. Ma non ho trovato una di loro che abbia detto una frase di incoraggiamento, è la cosa che mi ha fatto più male. Sono persone che non fanno più parte della mia vita».