Sembrano le prime giornate di campionato: le big sanno di poter recuperare quando vogliono, le “piccole” danno spettacolo e senso al torneo
La Champions League ha assunto sempre di più le sembianze di un campionato nazionale. Non soltanto per la classifica a girone unico, bensì pure per le dinamiche tipiche da punteggi a lungo raggio. Anche se si tratta di sole 8 giornate rispetto alle 36-38 a cui siamo abituati, ciò a cui stiamo assistendo sta obiettando quanto abbiamo sempre pensato: nelle prime otto, con queste modalità, non potranno che arrivare le solite note. Poi diamo uno sguardo al lungo papiro e vediamo il Bayern (una partita in meno) 25esimo, il Barcellona (una partita in meno) 15esimo e il Real 17esimo, il Psg 23esimo, l’Atletico Madrid 28esimo. In testa il Liverpool (perché poi il merito non è che smetta di esistere, in un campionato – Slot è primo in Premier) ma subito dopo troviamo lo Sporting Lisbona. Una squadra che da almeno 10 anni fa la Champions estemporaneamente e giusto per partecipare, timbrare e uscire ai gironi (o retrocedere in Europa League).
L'”effetto campionati” sulla nuova Champions
Pare che la varietà di protagonismo a cui stiamo assistendo è il vero sale di questo nuovo format. A cui nessuno credeva. In 4 partite abbiamo visto tantissimi gol ma anche da parte di chi non t’aspetti: ieri il City ha perso 4-1 in trasferta (in Italia ci stupiamo che il Napoli possa perdere in casa 3-0, ma il mondo del calcio è questo da tempo ndr). Il Real Madrid – sì, ci mettiamo dentro anche questo – è sembrata una squadra sfilacciata contro il Milan che a fatica batte l’Udinese 1-0. Fonseca parla di un calcio – quello italiano – più complesso perché uomo-su-uomo a tutto campo. Ma pure in Italia avvertiamo le stesse dinamiche: l’inizio campionato di Fiorentina, Empoli, Udinese, Lazio quanto durerà, a conti fatti? È quello che possiamo definire effetto campionato: in Champions molte squadre che hanno tanto da dimostrare vanno a giocarsi le proprie carte come se tutte fossero delle piccole eliminazioni dirette. Perché le partite non sono più 6 ma 8 e questo psicologicamente conta per le squadre più blasonate, come se fossero superbamente certe di poter recuperare tutto all’ultimo. Studenti intelligenti che non si applicano.
L’anno scorso in Liga fu il Girona a stupire tutti sin dalle prime giornate. Sono quelle dinamiche del calcio che difficilmente ti spieghi, che dipendono da certe alchimie sconosciute in un certo timing preciso. Allo stesso modo il Brest è tra le prime otto d’Europa e in Ligue 1 è undicesimo. Ugualmente potremmo dire del Bayern: quando mai in un girone di Champions aveva perso le prime 2 partite su tre incontri? In nessun caso, dunque, o almeno così stiamo scoprendo, si potrebbe parlare di uno spettacolo diminuito in favore dei soldi – che sì, pure è il motivo cardine della scelta del nuovo format -. Domandiamoci questo: ieri sera non ci siamo divertiti, stupiti? A pensarci, un campionato di sole 8 giornate potrebbe sempre, mutatis mutandis, mantenere quel brio iniziale. La nuova Champions nella sua prima fare potrebbe essere un inizio campionato perpetuo, quello in cui un Como vince nella tanto incensata Bergamo 3-2 e Genoa e Monza fermano l’Inter in casa senza troppo patire.