Il Corriere dello Sport: una settimana fa Nesta aveva detto: «Stiamo rovinando il calcio, ormai non si può avere mezzo contatto»
Conte e il suo “ma che significa?”, a Dazn lo ha ripetuto 23 volte.
Scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini:
Domenica sera Antonio Conte s’è incavolato di brutto – ma con costrutto – e ha deciso di intervenire sul caso del rigore concesso dall’arbitro Mariani all’Inter per il leggero contatto tra Anguissa e Dumfries nell’area azzurra, senza possibilità d’intervento del Var. L’infallibile Calhanoglu, 19 trasformazioni su 19 tentativi da quando è nerazzurra la sua vita, alla fine lo ha fallito, ma la ferita di Conte resta profonda: «Il Var deve intervenire se c’è un errore. Punto e basta. Ma che significa il Var non può intervenire se c’è un errore? Ma che significa? Ma che significa?». Il signor Antonio ripeterà la domanda ventitré volte durante l’intervento ai microfoni di Dazn, ma nessuno gli potrà rispondere in maniera diversa se non citando: il Protocollo. È un dogma, magari incomprensibile come tanti, ma lo è. È così.
Prima di Conte, lo sfogo di Nesta
Il fatto, però, è che esistono i cambiamenti. E al di là delle regole scritte esistono regole non scritte più sensate e più utili. Conte le invoca, citando anche i suoi colleghi allenatori. «Siamo tutti d’accordo». Non più tardi di sabato 2 novembre, Alessandro Nesta aveva attaccato il Var per il gol annullato al suo Monza contro il Milan. E aveva posto lo stesso, inquietante interrogativo: «Stiamo rovinando il calcio, ormai non si può avere mezzo contatto. È il regolamento che deve adattarsi al calcio perché è il calcio a essere al centro: c’è il Var, ma a che serve?».
Mariani ha riconosciuto che si sarebbe potuto risparmiare il rigore.