Il Corsport: il miglior attacco è la difesa. Ha subito solo nove reti (seconda miglior difesa) di cui sei in due partite (contro Verona e Atalanta)
Conte ha costruito un bunker per difendere il primo posto
Ecco cosa scrive il Corriere dello Sport, con Fabio Mandarini, sulla forza difensiva del Napoli.
In tredici giornate di campionato, il Napoli ha riscritto la storia recente, la classifica e i vecchi adagi: il miglior attacco è la difesa. Antonio Conte è stato molto chiaro dopo la vittoria con la Roma, la nona di una stagione che da otto giornate in fila vede la sua squadra da sola al primo posto: «Bisogna essere più cinici sotto porta». La conseguenza di un dato: l’attacco degli azzurri è con 20 gol il meno prolifico delle prime sei della classifica. D’accordo. Ma il lungo dominio in Seria A, a un certo punto anche di 4 punti sulla seconda e ora di un punto sul poker Atalanta, Inter, Fiorentina e Lazio, è stato costruito soprattutto sull’equilibrio: il Napoli non segna a raffica ma subisce pochissimo. Diciamo che colleziona i gol giusti e soprattutto sa parare i colpi: 9 le reti incassate finora, 6 delle quali contro il Verona e la Dea, le due sconfitte della stagione per 3-0. Soltanto la Juve ha fatto meglio con 7 gol subiti, e ciò significa che il Napoli vanta la seconda difesa del campionato: forse non è un caso che a Torino, il testa a testa, sia finito 0-0. I clean sheet, invece, sono otto. Proprio come le giornate da capolista.
La solidità è venuta fuori anche contro la Roma, fermo restando l’unica distrazione in marcatura su Dovbyk su un calcio di punizione: traversa e salvi tutti.
Il Napoli di Conte è una capolista credibile, ha superato senza troppi danni il ciclo terribile (Condò)
Scrive Paolo Condò su Repubblica:
Antonio Conte e Claudio Ranieri sono due allenatori che hanno vinto la Premier, uno al primo tentativo e l’altro firmando un miracolo, il che rende autorevoli le fotografie di Napoli e Roma scattate ieri, a un terzo di campionato. Il Napoli, “lavorato” da Conte ormai da quattro mesi, è una capolista credibile che ha attraversato senza troppi danni (il ko con l’Atalanta) il ciclo di avversarie dure che il calendario le ha proposto dopo una lunga pista di decollo pavimentata da rivali morbide.
È destinato a durare, perché a un’orchestra che ha imparato a suonare lo stesso spartito sta ancora aggiungendo gli assoli del violinista — Kvara entra ed esce di continuo dai match, e anche a un artista si può chiedere maggiore affidabilità — e il tamburo di Lukaku, che ieri si è fatto sentire in modo decisivo. È possibile che dietro al Napoli ci siano almeno un paio di squadre migliori: ma sono quelle che da qui a metà marzo — ed è un augurio oltre che una mezza previsione — giocheranno una decina di gare in più fra coppe e Supercoppa. E questo può rovesciare il gap di cui si diceva.