Ieri la ripresa. “Calma e sangue freddo. Non è successo nulla. È stato un brutto pomeriggio, ma il campionato è ancora lungo”
Conte sta lavorando da mesi sulla testa dei giocatori del Napoli (Gazzetta)
Ieri il Napoli si è ritrovato dopo la sconfitta per 0-3 subita dall’Atalanta e la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo racconta lo stato d’animo anche in vista di Inter-Napoli.
Scrive la Gazzetta:
Quello che doveva dire al gruppo lo aveva già fatto a caldo, dopo la pesante sconfitta di domenica contro l’Atalanta. Pesante nel punteggio, non nella prestazione e nell’atteggiamento di squadra. Antonio Conte anche ieri ha ribadito il concetto ai suoi ragazzi, alla ripresa degli allenamenti: calma e sangue freddo. Non è successo nulla, è stata solo una sconfitta, che ci sta quando si intraprende un nuovo percorso. E siccome dalle sconfitte va sempre preso lo spunto per migliorare, si analizzano gli errori (e ce ne sono stati diversi nei gol della Dea) per non ripeterli più. E si riparte. Tutti insieme come è stato fino adesso. Senza musi lunghi.
Conte sta lavorando sulla testa dei giocatori da mesi, facendo da pompiere quando l’entusiasmo dell’ambiente rischia di essere eccessivamente carico di aspettative e invitando tutti a pensare una partita alla volta. Piedi ben saldi a terra, umiltà, voglia di sacrificarsi. (…) Conte vuole che la squadra trasformi in valore questa ritrovata sinergia con la città. Il fortino azzurro è crollato per la prima volta in stagione: è stato un brutto pomeriggio, ma il campionato è ancora lungo. E di certo il suo Napoli avrà imparato un’altra lezione.
A Napoli lo stadio canta, applaude anche dopo lo 0-3, i tifosi hanno capito le parole di Conte (Corsport)
Ecco cosa scrive il Corriere dello Sport nel commento di Pasquale Salvione:
Lo stadio canta, applaude, incita la squadra che ha appena subìto una pesante sconfitta. La fotografia finale del Maradona è la sintesi perfetta del percorso che il Napoli sta facendo per tornare protagonista. I tifosi sono i primi ad aver capito che non può essere una battuta d’arresto a mettere in discussione il lavoro di Conte. Nessun dramma, il campo ha semplicemente confermato quello che il tecnico ripete da settimane: il cartello “lavori in corso” è ancora appeso a Castel Volturno. La maturità con cui l’allenatore ha analizzato la sconfitta racconta un quadro in cui tutti sono consapevoli delle difficoltà da affrontare. Non era un Napoli di fenomeni prima, non è un Napoli di brocchi adesso.
Il Napoli ha perso tanti contrasti, l’Atalanta era più feroce (il Napolista)
Napoli-Atalanta 0-3. La squadra è uscita tra gli applausi del Maradona. Sui social, come al solito, il clima è diverso. È stato il giorno di quelli che fin qui hanno digerito a fatica il primo posto del Napoli di Conte. Ci sta. Ciascuno ha la propria visione del calcio. Come detto, oggi è il giorno dei giochisti.
A noi, però, ben più che il noioso e lunare dibattito sul cosiddetto “gioco”, della partita di oggi ha colpito altro. Ossia la differenza di determinazione. Di ferocia. Di intensità agonistica. Ecco, quello non ce lo saremmo aspettati. L’Atalanta di Gasperini ha dominato il Napoli proprio sul terreno che da sempre viene associato alle squadre di Conte. Questione di atteggiamento ancora prima che di tattica. Poi sì De Ketelaere ha mandato al manicomio la difesa del Napoli (lo abbiamo scritto) e Lookman è stato chirurgico nelle due occasioni avute nel primo tempo.
Siamo però andati alla ricerca di statistiche che in qualche modo rispondessero ai nostri dubbi. E le abbiamo trovate sul sito della Lega Serie A. Le voci sono tre: contrasti vinti, contrasti persi e palle recuperate.
Ebbene l’Atalanta ha vinto nettamente in tutti e tre i casi.
Contrasti vinti: l’Atalanta ha primeggiato per 13 a 9.
Contrasti persi: il Napoli ha ahinoi largheggiato per 47 a 35
Palle recuperate: l’Atalanta ha dominato 53 a 43.
I primi due gol dell’Atalanta
Ci sembrano dati inequivocabili che riflettono quel che si è visto in campo. Anche in occasione del primo gol. Sul pallone respinto di testa da Olivera, l’Atalanta arriva per prima per due volte. Prima con De Roon che al limite dell’area colpisce di testa e poi con De Kateleaere che anticipa Di Lorenzo e spizza per Lookman che poi tira al volo e segna. Le cosiddette seconde palle. L’Atalanta segna di ferocia. Non di gioco. Di ferocia. Di determinazione. Di cattiveria agonistica.
Il secondo gol nasce da un contrasto vinto dalla difesa atalantina al limite della propria area contro Kvaratskhelia. Il georgiano va a sbattere contro la difesa avversaria e perde il pallone. Che viene poi servito a De Ketelaere che lo lavora benissimo, svolge proprio quel compito per cui Gasperini sacrifica Retegui in panchina. Pulisce il pallone e serve Lookman. Guardate come Rrahmani non acceleri mai per accorciare su Lookman. Il difensore prosegue la corsa col suo passo. Resta un buco tra Di Lorenzo e Rrahmani ed è in quel buco che il nigeriano tira. Poi, Meret a nostro avviso sbaglia, il tiro non è angolato. Ma Lookman è troppo libero.
Questi sono i due gol. Se rimaniamo solo agli highlights, una delle rarissime volte in cui Lukaku riesce a tenere palla contro Hien, nasce il palo di McTominay. Per il resto, il belga non tiene un pallone che sia uno. Anche quando va a contrasto, il contrasto lo perde. Sistematicamente.
Al minuto 75 l’Atalanta lancia in contropiede Koussounou che si ritrova solo contro tre calciatori del Napoli: Olivera, Rrahmani e Buongiorno. Ebbene, chi riesce a tenere il pallone? L’Atalanta. Un contrasto con Di Lorenzo fa finire il pallone a Pasalic che lo appoggia a Lookman che stavolta sparacchia alto.
E sono solo tre esempi. Ma tre indizi fanno una prova, per dirla alla Agatha Christie. Il Napoli la partita l’ha persa nella ferocia agonistica.
Poi, Conte ha voluto difendere i suoi calciatori e ha fatto benissimo. Una cosa è quel che si dice in pubblico e una cosa sono i pensieri comunicati in privato.