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Guardiola: «A Barcellona le critiche che fanno più male sono quelle che arrivano dall’interno»

Da El Nou Clam: «Devi decidere quali guerre combattere. Alla fine, capisci che conta solo convincere i tuoi giocatori. Meglio non entrare in certe vicende, meglio pensare alla salute»

Guardiola: «A Barcellona le critiche che fanno più male sono quelle che arrivano dall’interno»
Manchester (Inghilterra) 14/09/2022 - Champions League / Manchester City-Borussia Dortmund / foto Imago/Image Sport nella foto: Josep Guardiola ONLY ITALY

Pep Guardiola, attuale allenatore del City ma grande ex del Barcellona, ha rilasciato un’intervista durante il documentario El Nou Clam, su Tv3, ripresa poi anche da Marca. Durante la lunga chiacchierata ha parlato delle difficoltà incontrate da allenatore del Barcellona.  Nella capitale catalana, Guardiola ha vinto praticamente tutto: due Champions, due Mondiale per Club, tre campionati.

«Alla fine, capisci che conta solo convincere i tuoi giocatori»

Di seguito le sue parole sul Barcellona:

«A Barcellona ci sono grandi pretese. Essere allenatore del Barça è la cosa più difficile. È sempre stato così e sempre sarà così. È successo a tutti noi. I colpi (le critiche, ndr) arrivano da ogni parte e ogni giorno. Ma i colpi che fanno più male sono quelli che arrivano dall’interno. Ci sono tante piccole guerre interne ogni giorno al Barça. Il club non cambierà mai, si ritrova sempre in battaglie, alcuni utile altre meno. Devi decidere quali guerre combattere. Alla fine, arrivi alla conclusione che l’unica cosa che conta è convincere i tuoi giocatori della tua idea e di cosa pensi che debba essere fatto per il resto è meglio non entrare in certe vicende, meglio pensare alla salute».

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Ma da tanta sofferenza può arrivare anche tanta gioia. E infatti Guardiola ha poi aggiunto:

«Dal mio punto di vista, il Barça non dovrebbe cambiare modello. Dall’esterno tutti vedono il Barça come qualcosa di diverso. Questo club emana carisma, un odore speciale. Quale complimento più grande si può ricevere?»

Il lancio lungo del portiere oggi è una rarità ma è un’arma che il City di Guardiola usa per Haaland

I lanci lunghi dei portieri sono sempre più rari in un calcio che si affida sempre di più alla costruzione dal basso.

Ne parla The Athletic che scrive:

È stato spesso sentenziato la morte del lancio lungo durante gli ultimi anni. La costruzione da dietro è ormai standard. Le squadre verticali sono l’anomalia piuttosto che la norma.

L’evoluzione tattica più logica è stata il pressing alto, seguito da tentativi di attirare deliberatamente il pressing per sfruttare gli spazi alle spalle dei giocatori avversari.

I portieri non sono più soliti lanciare palle lunghe il più lontano possibile. Svolgono un ruolo fondamentale nella fase di costruzione.

I portieri della Premier League giocato meno palle lunghe rispetto al passato. Dall’inizio della stagione 2018-19 della Premier League, la percentuale di lanci lunghi dei portieri – ossia lanci lunghi di almeno 32 metri – è diminuita di anno in anno, scendendo in sei anni dal 69% a meno della metà. La tendenza a giocare passaggi più corti significa che ai portieri è stato richiesto sempre più di essere bravi con i piedi”.

 

 

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