La Gazzetta: hanno l’ossessione del consenso. Succede spesso a chi ha il potere, non amano il dissenso né il contraddittorio
I Friedkin non mettono piede a Roma, hanno paura della contestazione
Perché Ranieri è andato a Londra per firmare il suo contratto con la Roma? Perché i Friedkin a Roma non ci mettono piede, hanno paura della contestazione.
Ne scrive la Gazzetta dello Sport con Andrea Pugliese
Ma perché Dan (e suo figlio Ryan, vicepresidente giallorosso) hanno preferito accogliere Ranieri a Londra e non recarsi loro nella Capitale? È evidente come in questo momento i Friedkin non desiderino in modo assoluto avvicinarsi a Roma, anche per il timore di essere apertamente contestati. Dan e Ryan sono due che amano la popolarità e il consenso e la loro caduta a picco a livello di immagine degli ultimi mesi gli ha sempre fatto pensare che fosse meglio tenersi alla larga da Roma. Era successo anche nel caso dell’esonero di Daniele De Rossi, quando i due texani arrivarono nella Capitale, firmarono l’addio ufficiale a DDR e fuggirono via, con il loro jet privato, senza neanche restare a vedere Roma-Udinese che si sarebbe svolta 4 giorni dopo. Anche lì c’era il timore del confronto, della contestazione, il desiderio di non prendersi un fiume di fischi allo stadio come sarebbe inevitabilmente successo.
L’ossessione del consenso non gli permette di vivere con serenità e sufficiente tranquillità il dissenso. Succede spesso a chi ha il potere, soprattutto nei termini economici che contraddistinguono i Friedkin, imprenditori di successo che però non amano più di tanto il contraddittorio.
Da venerdì i Friedkin sono tornati a casa loro, negli States, a Houston, dove probabilmente se ne staranno con i loro cari, la famiglia.
La Roma dei Friedkin non vuole allenarla nessuno, alla fine è rimasto solo Ranieri (Repubblica)
Repubblica, con Marco Juric e Silvia Scotti, mette in fila tutti i no che la Roma dei Friedkin ha incassato. E sono tantissimi. I proprietari americani si sono rassegnati all’unico disponibile: Claudio Ranieri. Peraltro un buon allenatore.
Scrive Repubblica:
Si torna al 2009, quando Claudio Ranieri decise di salvare la sua Roma, prese il posto di Spalletti e sfiorò lo scudetto contro l’Inter del Triplete. Come nel 2019 quando, dopo l’impresa della Premier vinta con il Leicester, decise di salvare la sua Roma e prese il posto di Di Francesco per arrivare a fine stagione. Ci risiamo. Si ricomincia. A 73 anni Ranieri vola a Londra, parla con i proprietari del club, Dan Friedkin e figlio, e si prepara a salvare ancora la squadra che ama.
Dan Friedkin non ha ceduto però ai sentimenti: abituato a scegliere, non abituato a vincere, nel casting per la successione ha fatto i conti con la lunga lista dei no e il campo largo delle alternative che si era snellito pericolosamente. Allegri non ha voluto: troppo alto il suo profilo per questa Roma di metà classifica. Lampard non ha convinto, e allora che Coventry sia. Terzic non ha trovato l’intesa. Sarri non vuole una squadra in corsa. Mancini ha aspettato, poi ha deciso di non attendere più.