Sul Corrmezz i dati Istat della «misurazione» del Benessere Equo e Sostenibile che smontano il luogo comune sui napoletani (ma di cosa dovrebbero essere felici?)
I napoletani sono infelici e insicuri, a Napoli la percentuale più bassa di chi è felice della propria vita
Il Corriere del Mezzogiorno, con Paolo Grassi, riporta i dati Istat (istituto nazionale di statistica) della «misurazione» del Benessere Equo e Sostenibile (Bes) che smontano il luogo comune sui napoletani felici (ma di cosa dovrebbero essere felici?)
Scrive Paolo Grassi:
Sicuramente molto meno rispetto ai residenti delle altre grandi città del Paese: da Milano a Roma, a Reggio Calabria; ma il confronto non regge anche se si guarda al «resto» dell’area metropolitana. E se avesse ragione Greta Cool in Parthenope…?
Prosegue il Corriere del Mezzogiorno:
Nel capoluogo partenopeo, infatti, soltanto il 33,8% del campione preso in considerazione dall’istituto di statistica nell’ambito della «misurazione» del Benessere Equo e Sostenibile (Bes), sostiene di essere «pienamente» contento della propria vita. Per la cronaca, i valori più elevati tra i comuni capoluogo delle città metropolitane si rilevano a Reggio di Calabria e Venezia, rispettivamente con il 54,7% e il 52,8 di persone molto soddisfatte. Negli altri comuni capoluogo la percentuale di molto soddisfatti non scende mai sotto il 45%, con l’unica eccezione di Napoli, appunto, dove l’indicatore è circa 20 punti sotto rispetto a quello di Reggio di Calabria. «Anche le corrispondenti città metropolitane — spiega ancora l’Istat — si confermano sul livello maggiore e minore, ma con un range più ridotto. In questo caso, infatti, la differenza tra l’area che si affaccia sullo Stretto (con il 56,5% di persone molto soddisfatte) e quella ai piedi del Vesuvio (con il 41,5) è pari a circa 15 punti percentuali».
I napoletani i cittadini italiani che si sentono meno sicuri
Sempre nel 2022, come detto, uno dei nuovi indicatori di benessere disponibili per le città metropolitane e i relativi capoluoghi riguarda la percentuale di famiglie che dichiarano la zona in cui vivono molto o abbastanza a rischio di criminalità. «Tra i primi cinque comuni percepiti da chi vi risiede come maggiormente a rischio di criminalità troviamo tre città del Mezzogiorno – Napoli, l’unica in cui l’indicatore supera il 50% (57,7), Bari con il 42,4 e Catania con il 41,6 – una città del Centro (Roma con il 38,6%) e una città del Nord (Milano con il 38)».
Passando alle persone che si sentono sicure o abbastanza sicure nel camminare da sole nella zona in cui vivono quando è buio, i capoluoghi con i valori più elevati sono Messina (69,3%), Reggio di Calabria (66) e Genova (63,9). “Al contrario, a Bari, Napoli e Palermo la percentuale di quanti si sentono molto o abbastanza sicuri raggiunge i livelli più bassi, con quote che si attestano, rispettivamente, al 50,6%, 52,6 e 53,9 per cento.