Con Conte l’ossessione ai dettagli e alle giocate preconfezionate. L’Inter non aveva mai divertito come ha fatto col gioco di Inzaghi
Inzaghi e Conte, filosofie diverse, tra i due nessuna affinità
Ne scrive il quotidiano Libero:
Tra Inzaghi e Conte non ci sono mai stati screzi ma chi naviga in certi ambienti sa che però tra i due non sia mai neanche esistita chissà quale affinità. Il mondo del calcio è un condominio di mura sottili dalle quali filtrano bisbigli, e allora è possibile che il vicino senta, o che in qualche modo venga a sapere. E diciamo che Inzaghi e Conte sono praticamente stati dirimpettai nel momento dell’avvicendamento sulla panchina nerazzurra. Nella stretta di mano di domenica sera ci sarà anche questo, il non detto che però tutti sanno o che quantomeno hanno intuito, il segreto di pulcinella che a un certo punto è anche giusto venga a galla.
Filosofie diverse a confronto, da una parte l’ossessione ai dettagli e alle giocate preconfezionate di Conte, parecchio criticato negli anni milanesi per l’assenza di un piano alternativo; dall’altra quella di Inzaghi, esaltato per la collettività della manovra e per la qualità del gioco espresso, visto che mai i nerazzurri avevano divertito come hanno saputo farlo sotto la gestione del tecnico piacentino. Il primo ha costruito una mentalità vincente e riportato l’Inter ai vertici con l’ausilio di un mercato faraonico (oltre 200 milioni): Lukaku, Barella, Hakimi, Eriksen, Sensi e altri elementi a corredo. Il secondo, invece, ha ereditato una situazione complessa, con una mezza smobilitazione in atto: via Lukaku e Hakimi, perso Eriksen per i problemi che tutti conosciamo.