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L’Atalanta ha vinto per la ferocia, vinceva i contrasti, arrivava prima sul pallone, difendeva alla morte

Più che il “gioco”, la differenza l’ha fatta la determinazione, l’intensità agonistica e le statistiche lo confermano. I primi due gol sono nati così

L’Atalanta ha vinto per la ferocia, vinceva i contrasti, arrivava prima sul pallone, difendeva alla morte
Napoli's Italian forward #81 Giacomo Raspadori (L) fights for the ball with Atalanta's Ivorian defender #3 Odilon Kossounou during the Italian Serie A football match between SSC Napoli and Atalanta at the Diego Armando Maradona stadium in Naples, on November 3, 2024. (Photo by CARLO HERMANN / AFP)

L’Atalanta ha vinto per la ferocia, vinceva i contrasti, arrivava prima sul pallone, difendeva alla morte

Napoli-Atalanta 0-3. La squadra è uscita tra gli applausi del Maradona. Sui social, come al solito, il clima è diverso. È stato il giorno di quelli che fin qui hanno digerito a fatica il primo posto del Napoli di Conte. Ci sta. Ciascuno ha la propria visione del calcio. Come detto, oggi è il giorno dei giochisti.

A noi, però, ben più che il noioso e lunare dibattito sul cosiddetto “gioco”, della partita di oggi ha colpito altro. Ossia la differenza di determinazione. Di ferocia. Di intensità agonistica. Ecco, quello non ce lo saremmo aspettati. L’Atalanta di Gasperini ha dominato il Napoli proprio sul terreno che da sempre viene associato alle squadre di Conte. Questione di atteggiamento ancora prima che di tattica. Poi sì De Ketelaere ha mandato al manicomio la difesa del Napoli (lo abbiamo scritto) e Lookman è stato chirurgico nelle due occasioni avute nel primo tempo.

Siamo però andati alla ricerca di statistiche che in qualche modo rispondessero ai nostri dubbi. E le abbiamo trovate sul sito della Lega Serie A. Le voci sono tre: contrasti vinti, contrasti persi e palle recuperate.

Ebbene l’Atalanta ha vinto nettamente in tutti e tre i casi.

Contrasti vinti: l’Atalanta ha primeggiato per 13 a 9.
Contrasti persi: il Napoli ha ahinoi largheggiato per 47 a 35
Palle recuperate: l’Atalanta ha dominato 53 a 43.

I primi due gol dell’Atalanta

Ci sembrano dati inequivocabili che riflettono quel che si è visto in campo. Anche in occasione del primo gol. Sul pallone respinto di testa da Olivera, l’Atalanta arriva per prima per due volte. Prima con De Roon che al limite dell’area colpisce di testa e poi con De Kateleaere che anticipa Di Lorenzo e spizza per Lookman che poi tira al volo e segna. Le cosiddette seconde palle. L’Atalanta segna di ferocia. Non di gioco. Di ferocia. Di determinazione. Di cattiveria agonistica.

Il secondo gol nasce da un contrasto vinto dalla difesa atalantina al limite della propria area contro Kvaratskhelia. Il georgiano va a sbattere contro la difesa avversaria e perde il pallone. Che viene poi servito a De Ketelaere che lo lavora benissimo, svolge proprio quel compito per cui Gasperini sacrifica Retegui in panchina. Pulisce il pallone e serve Lookman. Guardate come Rrahmani non acceleri mai per accorciare su Lookman. Il difensore prosegue la corsa col suo passo. Resta un buco tra Di Lorenzo e Rrahmani ed è in quel buco che il nigeriano tira. Poi, Meret a nostro avviso sbaglia, il tiro non è angolato. Ma Lookman è troppo libero.

Questi sono i due gol. Se rimaniamo solo agli highlights, una delle rarissime volte in cui Lukaku riesce a tenere palla contro Hien, nasce  il palo di McTominay. Per il resto, il belga non tiene un pallone che sia uno. Anche quando va a contrasto, il contrasto lo perde. Sistematicamente.

Al minuto 75 l’Atalanta lancia in contropiede Koussounou che si ritrova solo contro tre calciatori del Napoli: Olivera, Rrahmani e Buongiorno. Ebbene, chi riesce a tenere il pallone? L’Atalanta. Un contrasto con Di Lorenzo fa finire il pallone a Pasalic che lo appoggia a Lookman che stavolta sparacchia alto.

E sono solo tre esempi. Ma tre indizi fanno una prova, per dirla alla Agatha Christie. Il Napoli la partita l’ha persa nella ferocia agonistica.

Poi, Conte ha voluto difendere i suoi calciatori e ha fatto benissimo. Una cosa è quel che si dice in pubblico e una cosa sono i pensieri comunicati in privato.

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