Nel suo libro racconta: «Il presidente ci regalò un orologio di lusso con la scritta ‘Finalista della Champions League 2019’. Mi sono chiesto “il club vuole davvero vincere?”»
Hugo Lloris, ex portiere e capitano del Tottenham, nel 2019 raggiunse con gli Spurs la finale di Champions League. Tuttavia il Liverpool vinse quella finale senza troppi problemi per 2-0. Un ricordo ancora doloroso per il campione del mondo 2018, oggi al Los Angeles Fc, il portiere ripercorre questo episodio nel suo nuovo libro, “Earning my Spurs”. E di fatto dà ragione a Conte. Racconta, in un estratto rivelato dal The Guardian, come un regalo gli abbia fatto capire che il Tottenham avrebbe avuto difficoltà a liberarsi della propria immagine di “perdente”.
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Lloris: «Mi sono chiesto “il club vuole davvero vincere?”»
«Quattro giorni prima della finale, Daniel Levy (il presidente del club, ndr) ci ha riuniti per annunciare che, grazie al sostegno di uno sponsor, avremmo ricevuto ciascuno un orologio da aviatore di lusso. Prima eravamo felicissimi, poi abbiamo aperto le scatole e ho scoperto che sul retro aveva inciso il nome del giocatore e la scritta ‘Finalista della Champions League 2019’ in un momento come questo? Avessimo vinto, non avrebbe chiesto di riavere gli orologi per farvi invece incidere la scritta ‘Winner’…», racconta Lloris.
E ancora: «Ho molto rispetto e stima per quest’uomo e per tutto quello che ha fatto per il club come presidente – ho avuto modo di conoscerlo – ma ci sono cose che non capisco. Per quanto bello sia l’orologio, non l’ho mai indossato. Vorrei che non ci fosse niente sopra».
Lloris ammette anche di essere rimasto deluso da certi atteggiamenti dopo la finale persa contro i Reds: «Durante l’accoglienza post partita, ho avuto l’impressione che alcune persone del club e alcuni giocatori non fossero abbastanza abbattuti quando sono tornato nella mia stanza. La sera della finale credo di aver avuto la stessa sensazione di Pochettino e Kane: il club vuole davvero vincere? Il Real Madrid non avrebbe mai festeggiato una finale persa, e non avremmo dovuto farlo nemmeno noi».