“Il calcio d’élite è il tempo che viene ucciso vanamente, fatto di partite noiose e dimenticabili. Ormai la noia è una parte fondamentale e persino un elemento della sua bellezza”
Era nell’aria, e prima o poi doveva succedere che anche le migliori penne del giornalismo sportivo mondiale avrebbero trovato le parole giuste per descrivere quanto sia diventato terribilmente noioso il calcio contemporaneo dei grandi club inutilmente ricchi. E dunque Barney Ronay l’ha scritto, benissimo, sul Guardian: a occhio non ne può più.
L’editorialista è partito dal pareggio di Manchester United-Chelsea per trarne, come dire, una lezione più generale: “energia intrappolata. Deriva. Noia. Il calcio della morte del capitalismo in fase avanzata”.
“Il primo tempo in particolare è stato uno spettacolo straordinario semplicemente per la sua apatia”. Un tempo in cui “non è successo niente. È difficile ricordare un tempo più tortuoso del calcio d’élite, lo stesso senso del tempo che viene ucciso inutilmente. Il calcio è uno sport fatto di partite noiose e dimenticabili. La noia è una parte fondamentale dello sport e un elemento della sua bellezza. Perfino la descrizione del calcio inglese fatta da Jorge Valdano come “merda su un bastone” era una specie di complimento. Queste persone tiferebbero qualsiasi cosa purché abbia energia. Per molto tempo il calcio inglese si è rimproverato di avere energia senza abilità, troppa spinta, troppa voglia”.
Il calcio è diventato “luce e calore senza contenuto. Qualcosa di vuoto e senza attrito, umani in magliette colorate in attesa che la vita accada, JG Ballard-ball. A un certo punto c’è stata una preparazione di tre minuti per un calcio di punizione di Bruno Fernandes che è stato calciato nella parte più vicina della barriera e ti senti grato per gli ululati e la frustrazione, perché, beh, è semplicemente bello provare qualcosa”.
Ronay infierisce su Casemiro, “che non ha davvero posto a questo livello. Era come guardare un uomo di mezza età che cerca di giocare a tennis con qualcuno di 20 anni più giovane”. E sfotte Maresca “ancora furioso per lo svantaggio della sua squadra, che stranamente festeggiava a metà sulla linea di fondo con un’espressione che suggeriva che qualcuno aveva appena urtato la sua Skoda Superb in una mini-rotonda”.
“Si è trattato, a grandi linee, di un incontro di due forme di proprietà statunitense, un vampirismo di successo contro una mania di spesa eccessiva insostenibile”. Nell’undici del Chelsea c’erano “nove giocatori ingaggiati nell’attuale era del wow-ball per un totale di circa mezzo miliardo”. Quello dello United “il solito insieme di calciatori casuali, idee a metà, riempitivi, collegamenti, Mr. Wrongs”.
“Per ora gli ingranaggi continuano a girare, la macchina dei contenuti continua a rimescolare. Cosa si vende esattamente qui? Una squadra mediocre con magliette rosse. Riconoscimento del marchio, aura, energia libera. Un punto da un pareggio”, e basta così.