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«Marquez è divisivo, soprattutto in Italia. Ma se Ducati vuole stare davanti, servono scelte impopolari»

Repubblica intervista il ceo Domenicali: «è il pilota che più di ogni altro potrà alzare le prestazioni della Ducati, rinunciare a Martin è stata una scelta lacerante»

«Marquez è divisivo, soprattutto in Italia. Ma se Ducati vuole stare davanti, servono scelte impopolari»
Gresini Racing MotoGP's Spanish rider Marc Marquez is pictured prior a practice session of the German Motorcycle Grand Prix at the Sachsenring racetrack in Hohenstein-Ernstthal, eastern Germany, on July 5, 2024. (Photo by Radek Mica / AFP)

«Marquez è divisivo, soprattutto in Italia ma se Ducati vuole stare davanti servono scelte impopolari»

Repubblica intervista Claudio Domenicali, ceo Ducati, alla vigilia dell’ultimo MotoGp della stagione a Barcellona. Il Mondiale è quasi di Jorge Martin, qualche briciolo di speranza per Bagnaia. Entrambi su Ducati. Ma Martin da lunedì non lo sarà più. La Ducati gli ha preferito Marc Marquez. Ecco qualche domanda dell’intervista di Massimo Calandri.

In questo momento, appunto: da martedì cambia tutto. Martin va in Aprilia, Bastianini in Ktm. Marc Marquez nuovo compagno di Bagnaia nel box rosso.

«Sono curioso di vedere come andrà: tanti cambiamenti, tutto promette di essere molto stimolante. Se Jorge metterà il numero 1 di campione del mondo su una carena Aprilia, vorrà dire che se lo è meritato. Nessun rimorso, da parte nostra. Anzi».

Però Marquez in Ducati farà storcere il naso a molti.

«Marc è divisivo, soprattutto in Italia. Ma ha fatto vedere cose interessanti: ha vinto una gara, e raccolto il doppio dei punti degli altri ducatisti che come lui correvano su un modello del 2023. Ci sono dati, non li posso rivelare, che lo confermano: è il pilota che più di ogni altro potrà alzare le prestazioni della Ducati, della squadra e di tutti i piloti, visto che tra noi c’è uno scambio continuo di informazioni».

Lei aveva puntato sui giovani, la “cantera ”. Invece il dg Gigi Dall’Igna ha voluto sacrificare tutto sull’altare del catalano.

«Gigi è un uomo integerrimo e si preso la responsabilità, però abbiamo deciso in due. È più grande la soddisfazione di aver visto crescere i nostri ragazzi, che il dispiacere di perderli. Rinunciare a Martin è stata una scelta lacerante. Ma se vogliamo continuare a stare davanti, dobbiamo essere pronti a decisioni difficili, impopolari». 

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