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Martin: «L’anno scorso non mi divertivo più, non ero motivato, non avevo voglia di andare in moto»

A Relevo: «Ho iniziato a godermi i momenti, mi sono concentrato meno sui risultati. All’ultima gara ho iniziato a vedere le immagini di me da bambino»

Martin: «L’anno scorso non mi divertivo più, non ero motivato, non avevo voglia di andare in moto»
Barcellona (Spagna) 17/11/2024 - gara Motogp / foto Imago/Image Sport nella foto: Jorge Martin ONLY ITALY

Il Campione del Mondo MotoGP 2024 Jorge Martin ha incontrato i media ad un evento con il suo sponsor. Durante l’evento ha parlato della stagione appena trascorsa, del mondiale vinto e della stagione futura. Tra i media c’era anche Relevo.

Martin: «Alla fine dell’ultima gara ho iniziato a vedere le immagini di me da bambino»

Conosci meglio questo titolo dopo tutta la strada che hai percorso?
«Alla fine credo che vincere un Mondiale sia vincere un Mondiale, cioè in MotoGp è fantastico. Ma è vero che ho una storia forse particolare dopo tanti infortuni. Ho passato momenti molto difficili ed è un privilegio essere qui oggi a parlarvi. Quando mancavano sette giri ho iniziato a vedere le immagini di me stesso da bambino, quando mi alzavo presto nel furgone con mio padre che arrivava dopo aver lavorato fino a tardi, mia madre che cucinava… È stato fantastico, la mia vita mi è passata accanto è stato incredibile, ma grazie anche al lavoro mentale sono riuscito a rimettermi a fuoco molto velocemente».

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Martin ha ripetuto spesso il nome di suo nonno, come se volesse che fosse presente. Quanto è stata importante la sua figura?
«Sì, alla fine ho sempre avuto i miei quattro nonni. Ricordo che a scuola chiedevano: quanti nonni hai? Beh, ne ho uno, ne ho due e ne ho sempre avuti quattro. Quindi sono sempre stati molto presenti per me e quattro anni fa mio nonno è morto a causa di un cancro. Da quel momento in poi ha avuto un grande impatto su di me e ho sempre sentito che mi proteggeva. Quindi quando ho vinto, quando ero lì con mia nonna, con mio zio, con mia madre… Alla fine, mio ​​nonno era una figura molto forte, era il padre di famiglia, e sento anche che mi ha aiutato molto a proteggermi».

Difficile non ricordare quel Jorge Martin che nel 2020 pensò al ritiro dopo essersi rotto quasi 10 ossa a Portimao.
«Beh, non posso dirgli niente perché alla fine ce l’ha fatta. Potrei dirgli che sì, ce la farà, potrei dirglielo, ma alla fine l’ha fatto. Penso che avrebbe potuto salvarmi da qualche caduta, ma alla fine anche quelle cadute mi hanno portato dove sono. Quindi forse quando avrò 50 anni mi faranno male le ossa e diventerò pazzo, beh, direi qualcosa, ma ora sto bene e voglio godermi il momento».

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C’è un Jorge Martin prima e un Jorge Martin adesso. Dove è arrivata quella svolta?
«Alla fine dello scorso anno non mi divertivo affatto con le moto, vincevo le gare ed ero molto forte, ero molto ossessionato dalla vittoria, ma non mi divertivo affatto. E poi a gennaio mi sono guardato dentro, grazie al mio manager e ho detto: ‘ehi, dobbiamo trovare qualcuno perché sto attraversando un momento difficile, non mi diverto’. A gennaio ho avuto un momento un po’ critico.

Non ero per niente motivato, non avevo la voglia di andare in moto e ce l’avevo nel profondo, ma per me era molto difficile andare ai test , non avevo quella voglia di andare in moto. Arrivò anche il giorno dei test e volavo, ma senza godermela. Così ho imparato a non essere orientato ai risultati, ma piuttosto con al processo e questo mi ha aiutato molto. Godersi il momento, avere di nuovo voglia alla fine dell’anno, soprattutto di guidare una moto, avere voglia di correre e fare gare e ora con quello che ci aspetta, beh, molto di più».

Guardi al futuro?
«Sono molto entusiasta di ciò che mi aspetta e penso che se sono migliorato così tanto in un anno, penso che potrò migliorare molto di più in ciò che mi aspetta. Ho sempre sognato di diventare un pilota ufficiale e ora finalmente l’ho raggiunto».

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