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Morata: «Il tempo al Milan è scaduto, dobbiamo fare meglio. Leao il miglior giocatore della squadra»

A The Athletic: «Per me, il successo nella vita non è vincere un Europeo, un Mondiale, una Champions ma essere una brava persona»

Morata: «Il tempo al Milan è scaduto, dobbiamo fare meglio. Leao il miglior giocatore della squadra»
Db Milano 17/08/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Torino / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alvaro Morata

The Athletic, a firma James Horncastle, ha intervistato Alvaro Morata in occasione della partita di Champions tra il Milan e il Real Madrid. Lo spagnolo è un ex del Real e ha giocato anche per l’Atletico Madrid. Per questi motivo, la sua domani sera non sarà una partita tranquilla. A The Athletic parla un po’ di tutto, del Milan, del Real, e del suo essere capitano in nazionale.

Morata: «Per me, il successo nella vita non è vincere un Europeo, un Mondiale, una Champions»

Alvaro è uno dei pochi giocatori che può parlare delle somiglianze tra Milan e Real:

«Hanno la stessa aura? Prima di venire a Milano tutti mi dicevano che l’aria che si respira qui è diversa. Basta venire a mangiare al ristorante qui a Milanello. Ti guardi intorno e vedi tutti i giocatori che hanno vinto per il Milan. Per me, il Milan ha sempre avuto un ruolo importante nella storia del calcio».

Tuttavia al Milan i problemi non mancano. Morata però è ottimista:

«Penso che stiamo trovando più meccanismi. Spesso ci si dimentica che il Milan ha cambiato sistema e il modo in cui marca. Stiamo facendo le cose in modo più naturale ora. Abbiamo un sacco di nuovi giocatori (cinque), un nuovo allenatore. Ma il tempo per adattarsi è scaduto. Dobbiamo fare meglio».

C’è anche il caso Leao. Fonseca lo lascia in panchina per avere più equilibrio ma l’attaccante rimane un super-talento, a volte insoddisfatto, di cui però il Milan non può fare a meno:

«Rafa ha talento. È il miglior giocatore della squadra e deve solo continuare a fare quello che sta facendo. È solo una fase e, spesso, è così per i giocatori d’attacco. Un gol importante o uno facile gli basteranno per ritrovare la fiducia. Non è facile. Tutto ciò che fa Rafa è una storia, ma è così importante per noi e abbiamo bisogno di lui. Lo sa perfettamente. Sta lavorando sodo ed è solo una fase. Il suo momento arriverà questa stagione e ci farà vincere».

Se si parla di pressione, Alvaro ne sa qualcosa:

«È normale. Ho giocato in tutte le squadre migliori del mondo. È normale avere pressione giocando a San Siro, giocando in Champions League e ogni volta che indossi una maglia come questa. Ogni partita porta con sé responsabilità. È più un privilegio che un peso. Molti giocatori darebbero qualsiasi cosa per giocare per queste squadre e io sono stato abbastanza fortunato da giocare per molte di loro al massimo livello. Sono molto contento di questo».

«Ho dovuto leggere che non ero abbastanza bravo per essere capitano»

Pressione avvertita anche in Nazionale ma il ct della Spagna, Luis de la Fuente, definisce l’attaccante del Milan il miglior capitano che la Spagna potesse sperare di avere.

«Ho dovuto leggere che non ero abbastanza bravo per essere capitano, che non eravamo una buona squadra, che non era possibile vincere gli Europei. Non è stata una vendetta, perché alla fine della giornata non devo dimostrare il mio valore a nessuno, ma è stato grandioso. Stanno uscendo film e documentari sugli Europei e le persone potranno vedere cosa abbiamo fatto. Inghilterra e Francia  hanno nazionali di vertice, ma penso che siamo stati i migliori per lo spirito di squadra che abbiamo. Penso che abbiamo vinto per questo motivo».

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Ormai Morata non è più il giovane attaccante che dal Real andò a Torino alla corte della Juventus. Adesso ha una maturità diversa:

«Per me, il successo nella vita non è vincere un Europeo, un Mondiale, una Champions League o segnare 600 gol. Il più grande successo che puoi avere è quando tutte le persone con cui passi le tue giornate, le persone con cui lavori, ti conoscono davvero. Non troverai mai un compagno di squadra, un amico o una persona con cui ho parlato e con cui mi sono aperto che non dica che sono una brava persona, e questa è la cosa più importante per me. Il lato nascosto per me è che cerco di aiutare tutti. Mi piace far sentire bene gli altri e la gente capirà che è per questo che sono diventato capitano e ho fatto un buon lavoro, perché ho fatto sì che gli altri dessero il meglio di sé. Quando non ti preoccupi di te stesso ma delle persone che ti circondano è una cosa molto bella».

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