“E’ un maestro della difesa, ha giocato mille volte con Djokovic ma anche contro Sinner e Alcaraz”
“Nel giugno del 1990, pochi minuti dopo la sua sconvolgente sconfitta al primo turno contro Derrick Rostagno a Wimbledon, un John McEnroe improvvisamente invecchiato e sconsolato si sedette con Bud Collins della NBC, insieme al rivale Jimmy Connors, per un’intervista . Connors lavorava per la NBC quell’estate come analista mentre curava un infortunio al polso”. Lo ricorda il Guardian. Finì che Connors si offrì di aiutarlo, di fargli da allenatore. Si diedero la mano per sugellare l’accordo, “due feroci – e spesso odiati – rivali in campo stavano per fare squadra e dare alla loro generazione di tennis un’ultima possibilità di gloria prima di essere cacciati bruscamente – e definitivamente – dalla festa”.
In realtà durò tutto pochissimo, non se ne fece niente. Ma lo spunto serve al Guardian per parlare di Murray che allenerà Djokovic. Un’accoppiata che per il giornale inglese ha certamente un senso diverso: “Murray e Djokovic hanno una storia che risale a quando giocavano contro spesso ai tempi dei loro junior”. Sono quasi coetanei.
“Murray potrebbe essere in grado di fornire quel pizzico di vantaggio mentale o di spinta di fiducia di cui Djokovic ha bisogno, qualcosa che – forse – solo un altro ex giocatore di punta può fornire. Djokovic ci ha già provato in passato quando Boris Becker ha assistito il suo team di allenatori per diversi anni con molto successo”.
“Forse Murray riuscirà a canalizzare gli effetti positivi che ha avuto il suo ex allenatore Ivan Lendl. Lendl è una di quelle specie molto rare: qualcuno che è stato un grande di sempre in campo e ha anche raggiunto un enorme successo come allenatore, guidando Murray in tutti i suoi tre i trionfi Slam. Ma Lendl è davvero l’eccezione che conferma la regola”.
Perchè il tennis “è disseminato di grandi giocatori che non sono riusciti a trasferire i loro successi in panchina”. Perché – secondo Malcolm Gladwell, il famoso scrittore di The Tipping Point – gli atleti di punta “spesso non sanno perché sono stati così bravi. Non sanno descriverlo, il che significa che non sanno insegnarlo e si frustrano rapidamente per la loro incapacità di portare gli altri al loro livello“.
“Murray può fungere da fonte inestimabile per contrastare i giocatori più giovani. Maestro di difesa e contrattacco, Murray ha anche giocato contro Sinner e Alcaraz. E avendo affrontato Djokovic così tante volte nell’ultimo quarto di secolo, conosce le poche aree in cui il suo nuovo studente è più vulnerabile”.