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Musetti: «In Coppa Davis viviamo una competizione sana tra di noi, voglio essere protagonista quest’anno»

Alla Gazzetta: «Vogliamo tutti giocare e dobbiamo convincere il capitano. Sono maturato e pronto per prendermi più responsabilità».

Musetti: «In Coppa Davis viviamo una competizione sana tra di noi, voglio essere protagonista quest’anno»
Londra (Inghilterra) 10/07/2024 - Wimbledon / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Lorenzo Musetti ONLY ITALY

Oggi contro l’Argentina l’Italia inizierà la sua Coppa Davis. La Gazzetta dello Sport ha intervistato uno dei componenti della squadra, Lorenzo Musetti, bronzo alle Olimpiadi di Parigi.

Musetti: «In Coppa Davis viviamo una competizione sana tra di noi»

Lorenzo, dopo una stagione intensa ha tirato il fiato in famiglia: è pronto a questo sprint finale?

«Sì. Dopo Parigi Bercy ho avuto un po’ di tempo per staccare la spina e ricaricarmi. Ci voleva, devo dire, perché ero arrivato al finale di stagione un poco stanco, specialmente a livello mentale. Questo periodo è stato fondamentale per decomprimere e allo stesso tempo per mettere un po’ di carico di lavoro. Devo dire che mi sento molto bene e la Nazionale carica sempre».

L’anno scorso ha festeggiato la Davis ma non è riuscito a essere protagonista, quest’anno invece arriva a Malaga molto cresciuto. Come la vive?

«È vero, arrivo con una maturità diversa a tutti i livelli. Il mio obiettivo principale è ovviamente essere disponibile per la squadra e cercare, quando sarò in campo, di essere più attivo rispetto all’anno scorso. Sono pronto per prendermi più responsabilità e avere una parte più centrale, più importante rispetto a dodici mesi fa. Ci sarà tanta emozione, tanta adrenalina, e ho molta voglia di vivere la competizione».

Siete un gruppo molto unito, date l’idea di divertirvi e stare bene insieme, ma immaginiamo ci sia anche una sana competizione interna…

«Certo, è una competizione positiva, ma è normale. Siamo tutti atleti, tutti agonisti, quindi c’è rivalità anche nel cercare di convincere il capitano. Nel dimostrare a lui e a tutta la squadra che si è pronti per giocare, per dare il massimo. Tutto questo, però, non incide assolutamente sulle amicizie e sui rapporti personali» .

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