ilNapolista

Nadal: «Non esiste un addio ideale, i finali dei film sono di solito per i film americani»

In conferenza: «Lascerò il tennis con la soddisfazione di aver dato il massimo in quasi ogni momento. Spero alla Davis di non emozionarmi troppo».

Nadal: «Non esiste un addio ideale, i finali dei film sono di solito per i film americani»
Parigi (Francia) 05/06/2022 - finale Roland Garros / Nadal-Ruud / foto Imago/Image Sport nella foto: Rafael Nadal ONLY ITALY

Rafa Nadal ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa prima di cominciare la Coppa Davis, in programma a Malaga dal 20 al 24 novembre. Sarà il suo ultimo torneo, dopo aver annunciato il ritiro qualche settimana fa.

Nadal: «Se potessi, continuerei a giocare. Qualcosa cambierei della mia carriera»

Come ti senti prima del tuo addio definitivo al tennis?

«Beh, è una cosa a cui sto pensando da molto tempo. Ho sempre cercato di darmi una possibilità in più. Mi sto godendo la settimana. So che il ritiro porterà a un grande cambiamento nella mia vita, ma questo accadrà più tardi. Sono qui con la squadra ora e questo mi rende felice».

Sei preoccupato di non essere in grado di controllare le tue emozioni in una settimana così speciale?

Nadal: «Non lo so, non posso prevederlo. Se sono in campo spero di no, perché non sono qui per ritirarmi, sono qui per aiutare la squadra. È la mia ultima settimana, ma è una gara a squadre, e la cosa più importante è aiutare la squadra e restare concentrati».

Come stanno andando gli allenamenti? Pensi di fare il singolo?

«E’ una domanda per il capitano, non per me. Sto cercando di lavorare il più duramente possibile. Non gareggiando molto spesso è un po’ più difficile mantenere il livello costantemente. Abbiamo una grande squadra, tutti questi giocatori hanno avuto una grande stagione, quindi sta al capitano decidere cosa è meglio per la squadra».

Pensi di poter celebrare un addio ideale?

«Non esiste un addio ideale, i finali dei film sono di solito per i film americani, mi sono reso conto qualche tempo fa che non avrei avuto uno di questi. Non è qualcosa che mi preoccupa in questo senso. Il mio addio sarà quello che sarà, e in questo senso sarebbe fantastico per la squadra cercare di vincere la Coppa Davis: un bellissimo addio per me e una gioia per tutti. Il resto è nelle mani del capitano… Nel calcio, un allenatore mette in campo un giocatore e se fa bene è fantastico, mentre se perde no… Ma le cose non sono matematiche, sono casuali nello sport. Uno come un giocatore non può prevedere come andrà; a volte mi sono sentito davvero bene il giorno prima di una partita e il giorno dopo ho fatto male. È una competizione difficile, saranno importanti i dettagli».

Sei più nervoso del solito questa settimana?

«Onestamente, me la sto vivendo normalmente. La vita va avanti alla fine, tutti i professionisti passano attraverso questo processo, io non sarò diverso, io sono semplicemente un altro che sta per fare un cambiamento nella sua vita. Mi piace ancora il tennis, se potessi continuerei a giocare, ma non ho l’opportunità di giocare o allenarmi al mio vero livello. Volevo almeno darmi un’ultima opportunità, questo è quello che ho fatto e non è andata come avrei voluto; di conseguenza, questo mi porta a prendere la decisione di ritirarmi, a cui ci stavo pensando da un po’».

Guardandoti indietro, cambieresti qualcosa della tua carriera?

«Tutti commettiamo errori, quando si arriva alla fine di una lunga carriera, alla fine cambieresti alcune cose. Ma ho raggiunto la cosa più importante per me: gioco da quando avevo sette o otto anni con passione, amore e determinazione per essere il più bravo possibile. Non sono una persona che dice che non cambierebbe le cose perché è arrogante, ovviamente qualcosa cambierei. Ma tutto è stato importante per me, perché lascerò il circuito con la soddisfazione di aver dato il massimo in quasi ogni momento».

Com’è stato il rapporto con il tuo corpo?

Nadal: «Ho avuto diversi episodi nella mia carriera che hanno complicato la mia attività di atleta, ma li ho superati. Quando mi sono rotto in Australia, dovevo avere un intervento chirurgico all’anca; lì non sono stato in grado di competere di nuovo con la libertà con cui ho gareggiato nella maggior parte delle occasioni».

Quanto sei entusiasta di poter finire la tua carriera in Spagna? Questo ricorda il ritiro di Federer?

«Ho avuto questa possibilità e tutti sanno quanto amo il mio Paese. Non mi sono mai trasferito, mi piace vivere qui, e giocare l’ultimo torneo in Spagna è qualcosa che mi rende molto felice. Per quanto riguarda Federer, sono situazioni diverse. Non ho ancora parlato con Roger, forse faremo qualcos’altro in campo».

ilnapolista © riproduzione riservata