Coppa Davis. Dopo la sconfitta di oggi, sfodera il realismo dei fuoriclasse: «Giocherei ogni giorno ma non è la cosa migliore per la Spagna»
Nadal si chiama fuori (giustamente): «Se fossi il capitano della Spagna, farei giocare un altro»
Un fuoriclasse come Nadal non può non sapere che è arrivato il momento di fermarsi. Oggi in Coppa Davis ha perduto in due set (6-4 6-4) contro il modesto olandese van de Zandschulp. Una partita che è stata una stretta al cuore per chiunque abbia amato Rafa. E infatti in conferenza Nadal ha dichiarato: «Se dovessimo battere l’Olanda e qualificarci, alla prossima io se fossi capitano non farei giocare Nadal».
Come ti sei sentito prima e dopo la partita?
«Sapevo che sarebbe stata la mia ultima partita da tennista professionista. I momenti che hanno preceduto il match sono stati emozionanti e difficili da gestire. Non posso ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato. Il pubblico è stato incredibile, come lo è stato ogni volta che ho giocato in Spagna. Ho cercato di avere l’atteggiamento migliore, l’energia giusta ma non è bastato. L’altro era più bravo di me oggi e niente da dire. È stata presa la decisione di farmi giocare, sapevamo che era un po’ un rischio, ma David (Ferrer) ci aveva visto allenarsi e pensava che fosse la cosa giusta da fare. Non sono riuscito a conquistare il punto, ci ho provato come al solito. Non si può controllare il livello che si ha, solo l’atteggiamento e l’energia che non mi hanno deluso. Ho avuto un livello più alto in allenamento che in partita.
Nadal prende atto della realtà
Potrebbe essere la tua ultima partita.
«Non lo so, c’è un motivo per cui abbiamo un capitano che prende decisioni, io sono solo un giocatore. Ho detto che se non mi sentissi pronto, mi escluderei, ma non è stato così. Mi sono allenato bene ma in partita non sono stato in grado di giocare come avrei voluto. Se dovessimo avere un’altra partita, se fossi il capitano manderei in campo un altro giocatore».
Sembra che tu non voglia giocare un’altra partita.
«Giocherei ogni giorno se potessi, ma penso che la soluzione migliore per la squadra sia un’altra. Oggi non sapevamo cosa fosse meglio per la squadra perché c’era l’incognita di come stavo e in allenamento stava più o meno bene. Continuerò a lavorare per essere disponibile. Penso che dopo quello che ho visto del mio livello in competizione, penso che se fossi il capitano, non sceglierei me stesso. Se vinciamo e venerdì David mi dice che vuole che giochi, lo farò con il massimo entusiasmo.
«Il campo è molto veloce e non ho avuto l’agilità mentale per prendere decisioni senza pensare. Ci sono state molte partite più stressanti nella mia carriera. Sono emozioni che ho dovuto gestire e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile. Ho fatto quello che potevo».