La squadra non ha intenzione di fasciarsi la testa, l’Atalanta un incidente di percorso. Di Lorenzo: «ora più di prima…»
Napoli non ha intenzione di fasciarsi la testa, l’Atalanta un incidente di percorso (Gazzetta)
Scrive Vincenzo D’Angelo:
Un incidente di percorso, una scivolata fisiologica, che può capitare. Napoli non ha intenzione di fasciarsi la testa, ma vuole semplicemente archiviare in fretta la brutta prova con l’Atalanta, con la convinzione di essere sulla strada giusta. Lo dice la classifica, lo sottolinea l’abbraccio delle curve al termine del match. E ieri Giovanni Di Lorenzo ha rincarato la dose con un post che sa tanto di stella polare. Il capitano ha messo la foto di squadra insieme a una sua di campo, commentando così: «ora più di prima…». Già, perché una brutta caduta non può cancellare tre mesi di grande crescita o la striscia di nove risultati utili consecutivi (otto vittorie e un pareggio in casa della Juve) con cui il Napoli si era ritrovato a +4 sulla seconda prima di domenica. Serve mantenere equilibrio e lucidità e per dirla alla Conte «non eravamo fenomeni prima e non siamo meno fenomeni adesso». Il Napoli è passato da una vittoria convincente in casa Milan a una brutta sconfitta in casa con l’Atalanta. Ma resta in testa. E si avvicina alla trasferta più delicata del campionato con la voglia di misurarsi e la convinzione di poter far bene.
Solo la solidità tattica e mentale del Napoli ha evitato la goleada dell’Atalanta (Libero)
Scrive il quotidiano Libero con Claudio Savelli:
Solo la solidità mentale e tattica del Napoli evita a Lookman e soci di dilagare. Già, fa impressione dirlo dopo uno 0-3 ma la capolista dimostra nella partita storta di avere spirito e organizzazione. Il passivo sarebbe stato più pesante senza queste caratteristiche, tant’è che Conte riconosce alla squadra «di aver fatto la prestazione e aver dato tutto». L’impressione è che l’infrasettimanale abbia pesato e che in questa gestione delle energie il Napoli sia in effetti indietro, solo che per quest’anno non servirà migliorare questo particolare dato che era l’unico della stagione. «L’Atalanta è più forte e strutturata di noi, ve l’avevo detto», spiegherà Conte che ora deve preparare la sfida all’Inter senza più margine di sicurezza in classifica non solo nei confronti dell’Inter stessa, ma anche dell’Atalanta.
Le differenti panchine (il Napolista)
L’Atalanta è una squadra molto forte. Costruita in modo intelligente. E costruita per competere, anche per vincere. Perché c’è un tabù da sfatare. L’Atalanta non è più una provinciale. Ha vinto l’Europa League. Ha vinto l’Europa League dopo aver eliminato il Liverpool di Klopp e in finale ha nettamente battuto il Leverkusen che fino a quella partita era imbattuto in stagione. L’Atalanta è un club solido. Ed è indicativa la panchina della squadra allenata da Gasperini. A Napoli Il Gasp aveva a disposizione Retegui, Bellanova, Samardzic (per anni oggetto del desiderio del Napoli), Zaniolo, oltre a Brescianini (quasi acquistato dal Napoli che poi ha giustamente virato su McTominay), Koussounoi, Godfrey (difensore centrale ex Everton), Cuadrado, Sulemana, Rui Patricio. L’Atalanta è scesa in campo a Napoli senza il capocannoniere del campionato (lasciato in panchina per scelta tecnico-tattica).
La squadra di Conte, invece, oggi non aveva centrocampisti in panchina. Lobotka è infortunato. Folorunsho ha accusato un risentimento muscolare. In caso di infortunio di un calciatore tra Gilmour, Anguissa e McTominay, Conte avrebbe dovuto effettuare una scelta di ripiego. Nella ripresa, Conte ha fatto entrare Ngonge, Raspadori, Neres, Spinazzola, Simeone.