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Nastase: «Sinner, ti consiglio di giocare il doppio: lì migliori davvero»

A La Stampa: «Sinner è un tennista completo, ha tutti i colpi buoni. La Coppa Davis non è più la stessa ormai, non ha senso giocarla in un solo Paese».

Nastase: «Sinner, ti consiglio di giocare il doppio: lì migliori davvero»
Miami (Stati Uniti) 29/03/2024 - Miami Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

L’ex tennista Ilie Nastase ha elogiato Jannik Sinner in un’intervista a La Stampa, mentre l’altoatesino è impegnato alle Atp Finals di Torino.

Nastase: «Sinner, ti consiglio di giocare il doppio. Per il resto è un tennista completo»

A Wimbledon fece spostare un giudice di linea caricandosi la sedia sulla testa…

«Aveva sbagliato due palle, le chiesi se ci vedesse bene e lei mi disse di avere il sole in faccia. Allora, spiegai all’arbitro che doveva cambiarle posizione e alla fine mi ha pure ringraziato. Oggi sarebbe impossibile. Quest’anno a Dubai Rublev ha detto qualcosa in russo alla giudice e l’hanno buttato fuori. Prima le regole non erano così dure, comunque anche ai miei tempi c’erano le multe».

Sinner oggi è davvero il più forte?

«Jannik oggi è il numero 1, ma non so quanto dura: un anno, due, cinque? Difficile dirlo. Il più forte è quello che vince di più. Lui è completo, ha tutti i colpi, serve molto bene ed è fondamentale».

Ha un consiglio da dargli?

«Ai miei tempi gli australiani erano i più forti, mi dicevano che per migliorare dovevo giocare in doppio. A Jannik servirebbe».

La Davis oggi le piace?

«Non è più la Davis ormai, allora bisognava giocare sette incontri per vincerla, si giocava in tutti i Paesi. Oggi non ha senso giocare in un solo Paese».

All’Italia è sempre stato molto legato… di Panatta che dice?

«Un gentleman. Ma si incazzava più di Bertolucci, che non si offendeva».

La bambina che ha accompagnato l’altoatesino: «Gli ho chiesto se aveva paura e ha detto sì»

«È la prima volta che vedo Sinner dal vivo. Se potessi scegliere chi vorrei accompagnare? Sinner». Francesca ha un obiettivo, una domanda da fare al suo idolo: «Gli chiederei se ha paura quando entra in campo». E quando la sua accompagnatrice le chiede: «E se lui dice di sì». Francesca risponde prontamente: «Anche io».

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