L’allenatore e osservatore: «anche dal punto di vista collettivo, nell’andare a recuperare palloni in ogni zona del campo »
Claudio Onofri, osservatore e allenatore ha parlato ai microfoni di ‘Radio Goal‘, in onda su Kiss Kiss Napoli. I temi toccati hanno riguardato il Napoli di Antonio Conte.
Sul nuovo talento azzurro: «Mi aspettavo questo rendimento di Buongiorno, l’ho conosciuto al Torino che rivelava questo suo modo di essere molto professionale e serio. Poi ci vogliono le qualità che sta dimostrando alla grande, è un giocatore ancora molto giovane e aspira a diventare un leader sia nel Napoli che in Nazionale. Quando l’ho conosciuto glielo detto in faccia: mi aspettavo un altro su soggetto ed invece mi ha colpito molto sotto questo profilo».
Onofri: «Conte? Prima un po’ antico, ora più moderno»
Con Conte la squadra partenopea è cambiata in meglio, avvicinandosi a proporre una rinnovata fase offensiva: «Ho sempre stimato Conte, ma diversi anni fa ritenevo che fosse un po’ antico, non proponeva un gioco moderno con pressione alta. Invece, ho visto diverse volte giocare il Napoli quest’anno e ritengo che sia veramente un passo avanti anche dal punto di vista collettivo, di andare a recuperare il pallone in tutte le zona del campo.
Una volta riuscito questo ci sono dei movimenti preparati che raccolgono la qualità dei giocatori, ma è sempre importante relativamente allo spartito che hai e reciti a memoria. In questo modo crescono le individualità e se crescono queste cresce tutta la squadra sia a livello di risultati che di gioco. Quindi sono soddisfatto di vedere un Conte ancora migliorato dopo una carriera straordinaria, che non pensa solo al suo passato ma cerca una modernità di gioco che a me ha dato davvero una grossa soddisfazione».
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«Di Lorenzo difensore tuttofare»
Su Di Lorenzo e il suo ritorno da difensore tuttofare come nell’anno dello Scudetto: «Proprio così, come quando gioca difensore centrale come Bastoni e Calafiori. A me lasciava molto perplesso che da un po’ di anni i difensori centrali e i terzini in una difesa a quattro si passassero la palla lateralmente, ti veniva anche la voglia di spegnere il televisore. Invece quando c’è una superiorità rispetto alle punte, queste vanno a marcare due dei difensori centrali e il terzo se riceve la palla, non si limita a darla a qualcuno, ma s’inserisce come fa Di Lorenzo e va condensare una fase di costruzione che mette in difficoltà gli avversari. In questo senso Di Lorenzo è straordinario, perché riesce a creare superiorità numerica nei confronti degli avversari con passaggi, accelerazioni e volate palle al piede».