Lukaku non si libera mai. Olivera ci fa rimangiare quanto di buono scritto dopo Milano. Conte e la precisazione sugli uomini dello scudetto
Le pagelle di Napoli-Atalanta 0-3, a cura di Fabrizio d’Esposito
MERET. Ahi, ahi, ahi. La storia si ripete (l’anno scorso lo zero a tre arrivò il Sabato Santo, sempre all’undicesima ma di ritorno) e il giovane Meret appalesa gli antichi dolori. La sciatteria sul secondo gol dell’Uomo che Guarda uccide la partita e consegna gli azzurri a una rassegnazione realista, per citare l’onesto Conte – 4,5
DI LORENZO. L’Atalanta è stata maledettamente chirurgica (sempre per citare l’onesto Conte) e l’Eurocapitano non riesce a sopravvivere là a destra, laddove l’Uomo che Guarda giustizia il Napule in appena mezzora – 5
RRAHMANI. Oggi le certezze svaniscono e Amir torna tremebondo contro l’onnipresente Lookman, De Ketelaere e Pasalic. Non solo. Il Napule fatica assai nell’impostazione (come già col Milan martedì, nel primo tempo) e lo conferma il dato dei giocatori azzurri che hanno giocato più palloni in assoluto: Rrahmani (89) e Mati l’uruguagio (ben 90). E abbiamo detto tutto – 5
BUONGIORNO. Carlo da Bruges fa spantecare finanche il Corazziere Sabaudo, che però almeno può vantare una cabeza in attacco – 5
OLIVERA. Neanche il tempo di elogiarlo, martedì sera, che Mati l’uruguagio fa rimangiare tutte le cose belle scritte sul suo conto. Lento, impacciato e pasticcione. Il primo gol bergamasco principia da un suo improbabile rilancio di testa – 4,5
SPINAZZOLA dal 76’. Un paio di palle decenti messe in mezzo nel finale. Nel deserto di oggi non era scontato – 6
ANGUISSA. Da Zambo a Zombie reduce da Halloween. La terra di mezzo azzurra è un buco nero che risucchia innanzitutto lui – 4,5
GILMOUR. La dittatura dell’Atalanta al centro è consacrata dai numeri: Billy the Kilt tocca ben trentanove palloni in meno di Ederson, 49 a fronte di 88. La sensazione che il Napule non l’avrebbe raddrizzata neanche giocando sino a notte fonda è pure colpa sua – 4,5
RASPADORI dal 61’. Basta solo una parola: maldestro – 4,5
MCTOMINAY. Scott il Rosso prende il palo un minuto dopo il primo vantaggio dell’uomo che guarda. Ma con Zambo e Billy the Kilt in apnea e gli orobici padroni, lo scozzese corre tanto ma a vuoto. E all’ultimo secondo agevola persino lo zero a tre dell’italo-argentino diventato goleador – 5
POLITANO. Quando la squadra avversaria è più forte, a livello generale i difetti finiscono per sovrastare i pregi. E Na-Politano paga il pendolarismo difensivo senza combinare nulla là davanti – 5
NGONGE dal 61’. Forse lui e Neres andavano messi già all’inizio della ripresa. In ogni caso Cirillo è periglioso due o tre volte, anche se all’80’ sbaglia platealmente l’intenzione: anziché tirare di prima la stoppa per fare ghirigori soverchi, senza frutto – 5,5
LUKAKU. Imprigionato da Hien, Lukakone Nostro non si libera mai – 4
SIMEONE dal 76’. Senza voto
KVARATSKHELIA. Oggi i due gol di Lookman sono un’orrida pietra di paragone per il povero Che Kvara, un altro azzurro che corre tanto ma a vuoto – 5
NERES dal 70’. Produce movimento, talvolta sbagliando – 5,5
CONTE. Il suo saggio realismo sulle forze viste in campo (“l’Atalanta è più forte”) fa capire che questa sconfitta è diversa da quella di Verona, laddove l’Uomo Nuovo in panca s’incazzò non poco. Stavolta non si ricomincia daccapo: si analizza, si riflette e si va avanti. Poi, certamente verranno fuori i gufi a dire che non è vero, che l’Atalanta si poteva battere. Figuriamoci se a Napoli, sovente capitale che si specchia nel proprio ombelico, qualcuno può ammettere che ci siano altri più forti. Anche per questo non bisogna dimenticare il valore pedagogicamente montessoriano della precisazione a proposito degli otto giocatori su undici che hanno vinto lo scudetto. Conte ha ricordato che l’anno scorso erano dieci su undici. A Spallettone saranno vibrate le orecchie in modo oscillatorio – 6
ARBITRO DOVERI. Non è colpa sua se l’Atalanta ha vinto – 6