Il regolamento disciplinare dell’organismo europeo non vieta infatti tutti gli appelli politici nelle sedi calcistiche, ma solo quelli ritenuti provocatori o offensivi.
La Uefa ha deciso di non dare sanzioni al Psg per lo striscione “Free Palestine” esposto ieri al Parco dei Principi durante il match contro l’Atletico Madrid.
La Uefa non sanzionerà il Psg per lo striscione Free Palestine
Rmc Sport riporta le parole del portavoce Uefa:
«Non ci sarà alcuna sanzione disciplinare dal momento che lo striscione srotolato non può essere considerato provocatorio o offensivo in questo caso specifico».
L’articolo 16.4 del regolamento disciplinare dell’organismo europeo consente di punire “qualsiasi messaggio provocatorio inadatto a un evento sportivo”, in particolare “qualsiasi messaggio provocatorio di natura politica, ideologica, religiosa o offensiva”. Pertanto, non vieta tutti gli appelli politici nelle sedi calcistiche, ma solo quelli ritenuti “provocatori” o offensivi, un criterio applicato ad esempio agli striscioni e ai cori omofobi.
La descrizione della coreografia (Le Parisien)
Poco prima del calcio d’inizio dell’incontro, gli ultras parigini hanno srotolato un enorme telone a sostegno della Palestina e del Libano, impegnati in una guerra contro Israele da molti mesi. Sullo sfondo di una bandiera palestinese bucata e macchiata di sangue, un uomo con il volto coperto da un kefiah di fronte al messaggio “Free Palestine” (liberare la Palestina), dove la “I” è stata sostituita dalla mappa di Israele riempita con kefiah.
Le Parisien prosegue la descrizione:
Nel disegno c’è un bambino che porta la bandiera del Libano sulle spalle. Ai piedi di questo imponente tifo, uno striscione con la seguente frase:”Guerra sul terreno ma pace nel mondo”. Poi lo striscione ha lasciato il posto a un altro più tradizionale, riprendendo i colori del Psg e con la scritta “Ultras Paris”, estendendosi fino alla tribuna di Parigi. «O sono in grado di impedire questo tipo di cose, altrimenti ci sarà un divieto. Se necessario, sanzioni», ha annunciato Bruno Retailleau. Contattato da Le Parisien, il club ha reagito assicurando di non sapere nulla dell’iniziativa.
Il Paris Saint-Germain ricorda che il Parc des Princes è – e deve rimanere – un luogo di comunione attorno a una comune passione per il calcio e si oppone fermamente a qualsiasi messaggio di natura politica nel suo stadio.