Il Corsport: potrebbe anche arretrare Cristante centrale di difesa ma è più probabile che lo lasci a centrocampo. Davanti, Dybala e Dovbyk
Ranieri a Napoli col 4-4-2, Roma con la mediana Pisilli, Cristante, Koné e Pellegrini
Come giocherà la Roma di Ranieri? Se lo stanno chiedendo tutti i diretti interessati. E se lo chiede anche il Corriere dello Sport che oggi ipotizza per Napoli la Roma in versione 4-4-2 con la mediana imbottita di centrocampisti che sono il pezzo forte della rosa.
Scrive il Corriere dello Sport:
Ranieri deve confrontarsi con l’emergenza: senza la doppia H, Hummels e Hermoso, potrebbe ripartire dalla difesa a quattro a Napoli con la coppia Mancini-N’Dicka nel mezzo, Celik a destra e Angeliño a sinistra. Ma l’opzione B, con l’arretramento di Cristante, non è da scartare: Ranieri anche a Cagliari chiese a Deiola di giocare in difesa, quando gli mancavano i titolari del ruolo, per non perdere gli automatismi ormai rodati. A oggi l’ipotesi di un 4-4-2, in linea oppure a rombo, sembra tuttavia più valida: aiuterebbe anche Dybala, che non è al cento per cento, a non disperdere energie nella fase difensiva.
C’è un precedente nella Roma che aiuta a capire cosa potrebbe succedere: in un momento di difficoltà del suo primo periodo a Trigoria – nel settembre 2010 – Ranieri affrontò la trasferta di Champions League sul campo del Bayern con il 4-4-2 lineare. E senza ali di ruolo: i quattro centrocampisti erano Brighi, De Rossi, Pizarro e Perrotta. Visto che il Napoli è lanciatissimo, non sarebbe sorprendente vedere contemporaneamente in campo Pisilli, Cristante, Koné e Pellegrini: se non in linea, in un 4-3-1-2.
La conferenza di presentazione di Ranieri
La Roma presenta il suo nuovo allenatore, il terzo dopo gli esoneri di De Rossi e Juric. Si tratta di Claudio Ranieri. Nella conferenza stampa di presentazione, insieme al nuovo allenatore c’è anche il direttore sportivo Ghisolfi.
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Sor Claudio: «Vi prego. Non ci fischiate»
Apre la conferenza Ghisolfi:
«Grazie a tutti per essere qui, anche a nome del club. Parlo anche a nome dei Friedkin in questa giornata molto importante. Non c’è bisogno di presentare Ranieri, è una giornata importante perché la Roma ha bisogno di ritrovare esperienza e le proprie radici. Il mister conosce la squadra, il club, è un allenatore con esperienza internazionale e abbiamo ritenuto che sia la persona idonea per questo progetto adesso. Non sarà solo l’allenatore che parla, ma l’intera dirigenza nell’ambito del progetto voluto dalla società».
Tocca a Ranieri che prima della domande dice:
«Prima di iniziare con le vostre domande vorrei mettere i puntini sulle i. Avevo smesso di allenare, ho avuto più richieste in questi mesi che quando ho vinto il campionato col Leicester. Ho sempre detto no. Ho detto solo in due casi posso tornare ad allenare: o per la Roma o per il Cagliari nel caso qualcosa fosse andato male. Ma io ero convinto di andarmene per i fatti miei, però il fato ha voluto che tornassi a casa. Ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò come dirigente».
In un’intervista a Radio Anch’io lei ha ricordato l’impegno economico dei Friedkin, poi ha sollevato delle perplessità parlando di una Roma fredda senza identità e perplessità sull’esonero di De Rossi. Ha affrontati questi argomenti coi Friedkin? Hanno fatto tesoro di quegli errori per reimpostare un progetto di società?
«Se mi conoscete sapete che parlo in faccio, per cui gliel’ho detto e lui mi ha lasciato a bocca aperta: per le cose che ha detto, per il bene che vuole a questa città, a questo club. Lui dice “io non posso girare il mondo e vedere Roma caput mundi e la squadra non va. Ho speso tanti soldi e non sono riuscito a fare quello che ho intenzione di fare”. E per questo mi ha preso, per cui ora tocca a me. Con la mia esperienza, il mio modo di fare le cose e mi auguro di riuscire nel mandato che mi ha messo lì davanti. Quando lui mi ha detto queste parole non ho potuto dire che sì, per cui lo ringrazio perché mi ha riportato alla casa madre. I tifosi sanno che se dico A farò di tutto per avere A e non tergiversare. Ho parlato con la famiglia Friedkin. E sono stato diretto. Loro mi hanno stupito per l’amore, credetemi. Mette una barca di quattrini e non ha risultati. Qualcosa è andato storto. Speriamo le cose ora vadano nel posto giusto».
A me è arrivata l’informazione che sia stato Ghisolfi a spingere per l’arrivo di Ranieri.
«Siamo abituati a vedere le cose in modo piramidale, mentre la famiglia Friedkin la vedono in maniera orizzontale, collegiale. Per cui le decisioni verranno prese con il beneplacito di tutti quanti, per portare la Roma dove merita. Io gliel’ho detto: “Lei ha speso un sacco di soldi, ma perché non lo dice?” e lui ha risposto: “Tempo al tempo”. Immaginate mettere una barca di quattrini e poi non hai risultati. Qualcosa di storto ci è andato sicuramente, speriamo che adesso le cose vadano nel momento giusto. In primis come tifoso e poi come uomo che sta qui dentro, che deve aiutare Florent affinché le cose marcino nel modo giusto».
Quale sistema di gioco è più adatto per questa Roma?
«Credo che ormai non ci sia più un sistema base, se non per quegli allenatori che stanno lì da tanti anni. Lo stesso Gasperini non gioca più sempre a 3, gli allenatori cercano di apportare delle modifiche durante la partita per cercare di stravolgere i piani degli avversari. Per cui dire adesso come giocheremo non sarei onesto, io devo vedere intanto chi sta in buona forma per il mio modo di intendere il calcio e lì sceglierò. Non è questione di moduli, di giocatori che hanno voglia di sputare sangue sul campo, di non mollare mai. Anche se le cose vanno male voglio che non mollino di un giocatore. Io sono prima di tutto un tifoso, poi un allenatore. Stavo vincendo 3-0, ho perso 4-3, sono andato negli spogliatoi e ho detto arrivederci. Per cui dico ai tifosi stateci vicino, perché giocare a casa propria col pubblico che ti fischia è la cosa più difficile che ci possa essere. Tu vai sul campo avverso, i tuoi tifosi ti fischiano perché giustamente erano scontenti. Non perché mancasse l’impegno, ma i risultati non arrivavano. Sfortuna? Io credo nella fortuna se te la vai a sudare, perché se tu insisti la fortuna deve girare. Io voglio un pubblico coeso. Qui siamo tutti una famiglia, il mio primo discorso l’ho fatto a tutti i miei collaboratori: mi devono aiutare perché non ho tempo di fare errori. Qui già iniziamo e ci sono tre partite una più bella dell’altra, i tifosi se ne devono andare orgogliosi dal campo e dire ‘oh almeno ci abbiamo provato».
Cosa vorrà dire fare dirigente senior? Quali obiettivi da allenatore?
«Obiettivo specifico no, cercare di fare il massimo. Oltre al contratto poi ho dei premi per raggiungimento obiettivi, quando ero all’estero ho messo anche vittoria del campionato per una squadra che si doveva salvare. Ho messo tutti gli obiettivi perché non voglio precludermi niente, so delle difficoltà ma sono una persona positiva sempre. Ero così anche da giocatore, potevo giocare bene o male ma dovevo dare tutto. Qui c’è gente che si fa delle trasferte incredibili: a Cagliari ho ritrovato 3 tifosi che venivano dal Belgio e dico ma che giro avete fatto? C’è gente che fa dei sacrifici enormi e quando andiamo in campo dobbiamo sentire questo. Io sono l’uomo vicino alla famiglia Friedkin, in modo che facciamo tutto insieme. Si parlerà e si cercherà di sbagliare il meno possibile. Solo chi fa sbaglia. C’è su un palazzo di Firenze scritto ‘è più facile criticare che fare’. Noi saremo criticati ma cercando di fare le cose nel modo giusto. C’è bisogno di una persona conosciuta, che sa di calcio per far sì che sia sempre nelle prime posizioni. Il presidente vuole una società seria, di gente che lavora. Ha fatto molti cambiamenti, io Trigoria non lo riconoscevo. Stanno facendo cose belle, la squadra è la cosa più importante ed è il biglietto da visita. Vuole che Roma sia conosciuta bene anche dal punto di vista calcistico».
Francesco Totti a Roma? Possibile?
«Ora bisogna pensare a portare la Roma in alto. Poi vedremo se Francesco ci potrà dare una mano. Questo non significa Totti torna alla Roma. Siate chiari».
Qualche richiesta di mercato?
«No, prima voglio conoscere bene i giocatori a disposizione. La società ha preso tanti giovani validi, ma vanno inseriti in un contesto solido e per il momento non è stato fatto. Voglio valutare i giocatori bravi che ho a disposizione, poi se a gennaio ci sarà l’opportunità di prendere qualcuno per aiutarci sono sicuro che verrà fatto».
«Durante la partita non ci fischiate. Alla fine fate quello che volete»
Ranieri sottolinea ancora:
«Non è che un giocatore giochi contro un allenatore. Non è vero: ci sono allenatori che riescono a trovare le chiavi di entrata di ogni singolo giocatore e questo dà il 120%, ci sono giocatori e allenatori che non riescono a trovare il feeling e magari dà l’80%. Alla Roma non basta: bisogna dare il 120%, se no vengono fuori dal campo. Io ho letto critiche a giocatori importanti che correvano come matti, forse male ma si impegnavano. Il cuore ce l’hanno messo sempre, io ne voglio di più naturalmente. Ma loro hanno dato il massimo, non fischiateli. Vi prego. A fine partita vengo io sotto la curva e mi fischiate, ma durante la partita non ci fischiate. Alla fine fate quello che volete».
Il suo destino è legato a quello di De Rossi: arriva nel 2009 e lui è uno dei simboli di quella rimonta pazzesca sull’Inter, poi nel 2019 c’è l’addio. L’ha sentito in questi giorni? Si è sentita la sua mancanza nello spogliatoio?
«Ci siamo sentiti e ci sentiremo in questi giorni. Oltre a essere stato mio giocatore è una grande persona, per cui sicuramente ci parlerò. Per quanto riguarda lo spogliatoio, anche se è un quarto visto che ieri c’erano 6 giocatori e 3 si stavano facendo le cure, cambiare due allenatori a novembre non è facile per nessuno: uno vuole giocare in una maniera, uno in un’altra, per cui un po’ di elettroshock c’è, è normale. Io cercherò di riportare tutti sulla giusta direzione».
Da fuori e ora anche da dentro Ranieri ha capito perché la Roma si trova in questa situazione?
«Ci sono mille perché e onestamente a me non interessa. Se vado a vedere ciò che è successo ieri non raccapezzo più niente. Mi è stata data carta bianca e io devo fare il massimo con questi giocatori, da oggi in poi sono io il responsabile».
Ci promette che non vedremo più Angelino come difensore centrale? Soulé e Dybala possono giocare insieme?
«Lo prometto. Io credo che possano giocare bene. La squadra è composta da equilibri, io credo di sì ma non mi sento di prometterlo perché se non lo sento non faccio una cosa che non sento».
I Friedkin hanno ammesso di aver fatto errori o hanno indicato qualcuno?
«Io voglio stare sempre solo perché per me conta lo spogliatoio. Meno gente vede meglio è. Io capisco che in Italia il presidente ci deve stare, questo gliel’ho detto, invece se ci fate caso all’estero le proprietà straniere parlano pochissimo. La figura del presidente esiste, ma solo per fine mese. Se mi ha chiamato si è reso conto, lui mi ha detto che vuole portare la Roma ad alti livello e per questo mi ha chiamato. Cosa mi deve dire in più una persona? Io una volta che ho i giocatori non ho bisogno di niente. Io capisco che non è facile riempire tutti i giorni le pagine dei giornali, avete la mia stima perché non è facile».
Cos’ha chiesto Ranieri ai giocatori?
«Ho parlato coi pochi ragazzi che sono qui. Voglio il massimo da tutti e che vengano ad allenarsi col sorriso. Non devono essere preoccupati perché siamo persone super fortunate che hanno scelto il mestiere. Per chi è meno fortunato dobbiamo venire a Trigoria col sorriso e dare tutto, lavorando con serenità e determinazione. Voglio che siano ambiziosi».
De Rossi può tornare in panchina con Ranieri dirigente?
«Onestamente mi è stata affidata la panchina al momento e penso a questo. In futuro si vedrà, non ne abbiamo parlato con la proprietà».
Esiste un caso Dybala per il contratto?
«Ho parlato con il presidente e gli ho chiesto la situazione mettendo in chiaro che io scelgo chi voglio mandare in campo. Io faccio come mi pare. Mi è già successo in passato. Sono andato a casa perché ho fatto giocare un giocatore che la proprietà non voleva che io facessi giocare. Io il fatto Dybala l’ho messo subito in chiaro. Io scelgo chi voglio. E’ di un’altra categoria. Lui avrà la mia massima considerazione. Io lo farei giocare 90 minuti tutte le partite, ma se ce la fa io non lo levo».
Hummels? Giocherà? La risposta di Ranieri:
«Mi sono andato a vedere un po’ di partite e mi sono visto la finale con il Real. Perché non deve giocare? Vediamo. Pure lui ha una certa età, un po’ tutto. Io scelgo chi mi fa vincere. L’allenatore bravo è quello che sbaglia di meno».