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Conte e Ranieri: la nobiltà del lavoro come fattore comune, hanno esportato in Premier il made in Italy

Da Gazzetta. Entrambi hanno allenato Buffon, Del Piero, Vucinic, Kanté. Il duro lavoro ha sempre nobilitato i giocatori, il Leicester di Claudio verrà studiato per l’eternità

Conte e Ranieri: la nobiltà del lavoro come fattore comune, hanno esportato in Premier il made in Italy
Db Genova 06/01/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Antonio Conte-Claudio Ranieri

Napoli e Roma scenderanno in campo tra poche ore al Maradona, partendo da presupposti di classifica ben diversi. Il caos progettuale della Roma dei Friedkin è ora messo in standby dall’arrivo di Claudio Ranieri, l’equilibratore per eccellenza (specie in una piazza che lo ama e che lui ama come Roma stessa). Oggi conterà poco non aver venduto Dybala a tempo debito o aver costruito una squadra con tanti doppioni e pochi risolutori. O ancora aver cambiato tre allenatori da giugno ad oggi. Ciò che conterà saranno i princìpi che verranno messi in campo da uomo di calcio quale Claudio è, in contrapposizione con un altro grande protagonista di questo sport in Italia: Antonio Conte. I due hanno macinato chilometri insieme, si conoscono, sono amici, si rispettano.

Conte e Ranieri, Napoli e Roma…

Di seguito un estratto del focus di Gazzetta di oggi sul rapporto di amicizia-rivalità tra i due tecnici:

“Come quei bambini, alle prese con le figurine, Conte e Ranieri hanno avuto modo di collezionare “allievi” che tra l’uno e l’altro se la sono spassata, però faticando assai, perché nel codice genetico d’entrambi, pur nelle diversità, la fatica ha sempre nobilitato i loro calciatori. Ci si potrebbe attrezzare uno squadrone, mettendoci dentro chiunque abbia sposato il calcio di Conte o quello di Ranieri.

E visto che uno sta in panchina dal 2005 (a Siena) e l’altro vi si è invece accomodato nel 1986-87 (a Lamezia, con la Vigor), l’unico rischio serio è di perdersi qualche elemento (semmai di spicco), in un principio di formazione che sarebbe pieno di stelle, partirebbe (noblesse oblige) da Buffon in porta, avrebbe poi Chiellini, De Ceglie e Juan Jesus, si riempirebbe a centrocampo di Marchisio, De Rossi e Kanté e spazierebbe in attacco tra Del Piero, Toni, Vucinic e Borriello, alla faccia del modulo, della prudenza, dei luoghi comuni. […]

Conte e Ranieri, o anche viceversa, rappresentano il trionfo del made in Italy nella Patria del football, i modelli di esportazione che hanno sublimato la propria esistenza nella Londra blues di Chelsea o riformulato la storia, e in che modo, trascinando il Leicester a diventare argomento di studio per l’eternità. […]

E stasera, stringendosi le mani, Antonio & Claudio incroceranno i propri destini per l’11° faccia a faccia, in una sfida che non conosce il pareggio: si sono incontrati in Inghilterra (in Watford-Tottenham ma pure, prima, in Leicester-Chelsea per tre volte; hanno avuto di confrontarsi in Sampdoria-Inter quando Madame sapeva di Conte e l’Inter di Ranieri; e poi prima ancora in un’Atalanta-Roma che sa di tanto ma tanto ma tanto tempo fa). In tutto 8-2 per Conte dicono le statistiche, che qualcosa dicono ma mica tutto”.

 

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