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Ranieri dovrà inventarsi qualcosa: non basta normalizzare la Roma a parole (Il Messaggero)

“Sorprende la scelta di ricominciare il secondo tempo con Hummels e Baldanzi. Contro l’Atalanta servirà di più che inserire Dybala negli ultimi 3 minuti”

Ranieri dovrà inventarsi qualcosa: non basta normalizzare la Roma a parole (Il Messaggero)
foto Image Sport nella foto: Claudio Ranieri

Ranieri ha perso la gara nel secondo tempo. Questa l’analisi de Il Messaggero, che non si spiega il perché del cambio d’assetto tattico nella seconda frazione, dopo che l’iniziale 4-1-4-1 sembrava star funzionando nel bloccare centralmente il Napoli (sulle fasce invece Angelino già soffriva molto Politano). Il Napoli ha poi trovato il gol e gestito la partita, ma la Roma era stata molto accorta nelle uscite e nelle marcature fino al momento dell’errore di comunicazione e posizionamento tra Angelino stesso, N’Dicka e Hummels (che poi ha ammesso l’errore nel post-partita, oltre a citare Juric ndr). Ad ogni modo si è vista una Roma diversa, più convinta e con linee più strette. Alla prossima sfiderà l’Atalanta.

Ranieri cambia nel secondo tempo, inspiegabilmente

Di seguito quanto si legge nell’analisi del quotidiano romano:

“La solita Roma, quindi, anche nel nuovo formato Ranieri? No, perché qualcosa di diverso si è visto e non sarebbe giusto addossare al tecnico di San Saba colpe altrui dopo aver avuto il gruppo a disposizione per appena tre giorni. Ma chi pensava bastasse normalizzare la Roma a parole, dopo ieri sera ha capito che la situazione è più seria di quello che si poteva immaginare. Perché se è vero che la Roma gioca la sua onesta partita, appare più equilibrata rispetto al solito e tiene testa al Napoli, tornato primo in classifica, fino al 90′, la classifica dice 13 punti dopo 13 gare.

E dopo il Tottenham in settimana, che già somiglia ad un crocevia per strappare almeno un posto nei playoff in Europa League, lunedì all’Olimpico arriverà l’Atalanta. Insomma il pronto intervento Claudio dovrà inventarsi qualcosa. Che non possono essere i due minuti concessi a Dybala nel finale, la panchina di Soulé o la sorprendente decisione di chiudere la partita schierando insieme Dahl, Abdulhamid e Hummels, fin qui mere comparse. Ranieri inizia con un accorto 4-4-1-1, Pellegrini a supporto di Dovbyk, che si trasforma in 4-2-3-1 quando la Roma ha la palla tra i piedi.

Ma sono le marcature a fare la differenza: Celik deve uscire spesso su Kvara con Elsha chiamato a coprire la sovrapposizione di Olivera. Stesso giochino sul lato opposto con Angeliño che ha il compito di salire su Politano e Pisilli di chiudere su Di Lorenzo. Meccanismi che hanno però bisogno di essere oliati se dopo 77 secondi Kvara si divora il vantaggio su cross di Di Lorenzo. ElSha e Celik discutono su chi abbia sbagliato.

Interviene Claudio a fare da paciere, dando ragione al turco. Sembra il prologo della solita Roma formato trasferta e invece la sensazione si rivela sbagliata. Perché assestatisi, i giallorossi concedono pochi spazi. Reparti più vicini, linee che quasi si sovrappongono, baricentro più basso lasciando il palleggio al Napoli e iniziando il pressing soltanto nei 40 metri difensivi. Ok, è un calcio che non ruberà l’occhio ma è quello che serve in questo momento. […] Per questo sorprende la scelta, al ritorno in campo, di cambiare assetto e mettersi a difendere a cinque, con Hummels e Baldanzi per ElShaarawy (non al meglio per un problema al polpaccio) e Pellegrini.

Ranieri la motiverà nel post-gara parlando di «sfasature difensive» che non gli erano piaciute. Fatto sta che il fortino, già traballante per un colpo di testa di Romelu in avvio, regge appena 8 minuti: il tempo per Di Lorenzo di trovare il fondo grazie all’autostrada lasciata libera da Angeliño che si limita a guardarlo senza intervenire, e per Romelu di anticipare sotto porta sia Hummels – che dà l’idea di aver paura di fare autogol – che Svilar.

Sotto di un gol la Roma si scuote. Angeliño prova a farsi perdonare regalando due palloni d’oro a Dovbyk (traversa) e Baldanzi (che spreca in girata da non più di 11 metri) ma non è aria. Finisce con il Maradona in festa, Conte sfigurato dalla tensione e la Roma che torna a casa con la quinta sconfitta nelle ultime cinque partite di campionato. Un torneo che a fine novembre sembra già finito”.

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