Sul Foglio la rilettura del libro del figlio di Fiorio: una storia di gelosie interne. L’Avvocato avrebbe poi detto: «Non ne sapevo nulla»
Senna aveva firmato per la Ferrari, il colpaccio di Cesare Fiorio che saltò per rancori interni
Sul Foglio Umberto Zapelloni rilegge “Stratosferico” il libro su Cesare Fiorio scritto dal figlio Cristiano. E si sofferma sul capitolo dedicato al colpaccio Senna, quando Cesare Fiorio aveva portato a Maranello il contratto firmato da Senna. Ma poi rancori interni fecero saltare il colpaccio.
Scrive Zapelloni sul Foglio:
Nel marzo 1989 arriva la chiamata e Fiorio non si smentisce: pronti via la Ferrari vince con Mansell la prima gara del campionato a Rio. L’aritmetica racconta che con lui la Ferrari ha conquistato 25 podi e 9 vittorie su 36 Gran premi, sfiorando il Mondiale con Prost nel 1990. Ma il capolavoro di Fiorio è quello che non si è realizzato per colpa del presidente dell’epoca, Fusaro. Fiorio aveva ingaggiato Ayrton Senna. Aveva la firma del brasiliano su un contratto che ora custodisce nella cassaforte della Masseria Camarda.
Cristiano lo racconta bene nel primo capitolo, intitolato “San Paolo del Brasile 26 marzo 1990”.
Quel giorno Fiorio, dopo aver vinto ancora in Brasile con Prost, invece di tornare in Italia con la squadra, andò a casa di Ayrton che aveva incontrato in privato per la prima volta un anno prima a Monaco. “La trattativa fu svolta a quattrocchi, in piena e reciproca fiducia, in un’atmosfera rilassante e piacevole. (…) In meno di dieci ore, si trovò un accordo di massima”.
Si parla dei tecnici, della F40 che Ayrton avrebbe voluto, del suo compagno di squadra che sarebbe stato Patrese. Ogni dettaglio viene completato. Il pre contratto firmato arrivò sul fax della Ferrari alle 17.30 del 9 luglio, il giorno dopo un’altra vittoria (la centesima della Ferrari) di Prost al Gran premio di Francia. Tutto era fatto. Non restava che annunciarlo al consiglio. “Ci siamo. Senna è nostro. Chiede solo alcune piccole concessioni… Tutti i benefit e il compenso di Senna messi insieme non superano il tetto di budget che mi avete autorizzato. Quindi…”.
Senna aveva firmato ma alla Ferrari c’era chi aveva brigato contro Fiorio
Ma in quel momento, invece di stappare lo champagne, il presidente Fusaro comincia ad avere dei dubbi: “Costa più di Prost e Prost quest’anno sta vincendo più di lui…”. Che cosa accadde lo racconta Cristiano: “La verità è che Fusaro, per prendere potere, aveva scavalcato Cesare nel suo ruolo: mentre mio padre trattava con Senna, Fusaro era andato da Prost, dicendogli della trattativa e rassicurandolo sul fatto che l’avrebbe protetto perché rimanesse in Ferrari… Fusaro ha poi dato la sua versione della storia. Ognuno può dire ciò che vuole e smentire la realtà dei fatti, ma questo è certo: Cesare era il capo della gestione sportiva della Ferrari e aveva il potere e le deleghe per trattare con Senna”. Il resto è noto.
L’anno dopo saltarono sia Fiorio che Prost che poi si ritrovarono nel team del Professore. Per Cesare l’avventura Ferrari era finita malamente. Avrebbe cambiato la storia prima dell’arrivo di Schumacher e probabilmente avrebbe salvato anche la vita a Senna. A Cesare non restarono che le parole dell’avvocato: “Mi dispiace moltissimo per tutto quello che è successo. Io non ne sapevo assolutamente nulla e sono esterrefatto. Lei sa, vero, che ha sempre avuto tutta la mia stima?”.