Al Corsera: «La parodia Gialappa’s mi fa molto ridere, mi regala una spocchia e una cattiveria che non ho. Belen? Per tanti uomini ce l’avevo fatta con mezzi limitati»
Il Corriere della Sera intervista Stefano De Martino è il personaggio tv del momento che conduce il programma più visto della televisione italiana, Affari tuoi. Un’intervista a tutto tondo in cui si racconta dall’infanzia, passando per Belen, fino al possibile Sanremo.
Ha sempre voluto fare tv?
«No, volevo fare quello che facevano gli altri. Dunque, all’inizio il calciatore: terzino sinistro. Poi a 9 anni ho cominciato ad accompagnare mia sorella in bicicletta alle lezioni di danza. Siccome non volevo fare due viaggi, la aspettavo lì seduto. Un giorno l’insegnante, di cui era stato allievo anche mio padre, mi chiese di provare».
Mike se lo ricorda?
«Certo, lo guardavo sempre. Ma nella mia memoria televisiva confondo quello che vedevo da bambino e quello che ho visto nelle teche. La tv che mi piace è la tv che hanno fatto quando io non c’ero. Ne cito solo uno: tutto Arbore».
Lo sente?
«Sì, ho questo privilegio. È attento alle cose che faccio, qualche giorno fa siamo stati al telefono 52 minuti».
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Nella parodia che le fanno al Gialappa Show dice che «Arbore è un vecchio De Martino».
«Quella parodia mi fa molto ridere, mi regala una spocchia e una cattiveria che non ho. Cerco sempre di ridimensionare quello che mi succede. L’Auditel lo leggo al contrario: se facciamo il 25 per cento di share, diciamo che il 75 non ci ha guardato».
Quando allora si è montato la testa?
«Agli inizi, con Amici, quando tutti mi fermavano nella metro. In quel periodo ho avuto su me stesso pensieri fuori misura. Per fortuna subito dopo sono andato a New York, dove sono entrato in una compagnia di ballo, ed ero l’italiano che si distingueva perché non sapeva parlare bene l’inglese. È stato prezioso per ridimensionarmi»
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Belén, la sua ex moglie.
«Il fatto che sia stato sposato con una donna così bella ha creato attorno a me il falso mito che mi piace solo quel tipo di donna. Non è vero. Di lei mi affascinava la luce, l’ambizione, questa voglia di mondo che era la mia stessa voglia».
Ai tempi aveva 22 anni, Belén 27.
«Penso che tanti uomini, dopo, abbiano cominciato a sentirmi vicino perché in fondo io ce l’avevo fatta con mezzi limitati. Lei stava con Fabrizio Corona, un’altra generazione, un’altra vita: in teoria non c’era gara».
Come l’ha conquistata?
«Ballare insieme ha subito accorciato le distanze. È un peccato che oggi più nessuno balli un lento: sterno contro sterno, cuore contro cuore; si risparmia un sacco di tempo, l’invito a cena, l’approccio con il cuore in gola…».
Va ancora dallo psicologo?
«Sì, ogni settimana, ormai da anni. Mi piace quella pausa dalla mia vita frenetica».
Il film della vita?
«Ricomincio da tre. E poi quando sono triste mi basta guardare qualsiasi film di Totò: subito mi cambia l’umore. Me lo insegnò Costanzo».
È vero che ha parato un rigore a Maradona?
«Eravamo ad Amici. Lui prima di tirare guardò dall’altra parte; non ci sono cascato. Ecco, di tutti i personaggi che ho incontrato, lui è l’unico che mi è sembrato soprannaturale»