Alla Gazzetta: «L’elezione dei presidenti federali? Io non supportato dal Coni, ne riparlerò con il prossimo presidente». Poi la riforma della legge Melandri e sugli stadi.
Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport su questo 2024 che si chiude e sulle sfide del 2025.
Abodi: «Decreto Crescita per il calcio? Meglio lavorare su vivai, infrastrutture e calcio femminile»
Il passato recente dice tanto.
«Iniziano a delinearsi i profili di un nuovo modello sportivo italiano. Abbiamo qualificato l’anno che si sta chiudendo con tanti provvedimenti legislativi, una articolata e diffusa serie di attività con la nostra società Sport e Salute e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, definendo un diverso rapporto, più equilibrato, tra risultati di vertice e grandi avvenimenti, e sport sociale e infrastrutture diffuse. Il 2025 sarà fondamentale per l’affermazione di questo modello, anche grazie alle riforme di sistema che sono in cantiere, con un’attenzione particolare per gli organi di controllo, giustizia e garanzia».
Rivoluzioni in vista su questo fronte?
«Credo sia necessario rendere la giustizia sportiva più efficiente, trasparente e comprensibile, garantendo la piena terzietà di chi vigila, valuta e giudica partendo dai principi di lealtà, correttezza e probità che troppo spesso vengono trascurati, se non mortificati».
Pensa di staccarla dalle federazioni?
«Ho un’idea ben precisa di come strutturarla, ma ci sarà modo per confrontarci, rispettando l’autonomia. Molto dipenderà dalla capacità di autogoverno di Coni e Cip, ma io darò indirizzi legislativi chiari, che prevedranno il coinvolgimento di figure specializzate, sul modello di quella tributaria».
La riforma della legge Melandri a che punto è?
«È pronta la prima bozza. Al momento è al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per una opportuna condivisione, poi inizierà la fase di concertazione anche con i vertici del calcio e le sue componenti: conto di presentare il decreto entro il primo trimestre del 2025, forse anche prima. Mi auguro che la Lega maggiore lavori più efficacemente sulla catena del valore, soprattutto a livello internazionale, dove servono visione, strategie e alleanze».
Quest’anno ha anche avviato i lavori per rinnovare gli stadi?
«Venerdì scorso, in una riunione al Mef, con il collega Giorgetti, abbiamo fatto un ulteriore e decisivo passo avanti per la nascita di un fondo equity che investirà nei progetti-stadio, sulla base di criteri che stiamo elaborando. Patrimonio quasi totalmente pubblico, gestito dai privati, al quale riconosceremo lo status di “infrastrutture strategiche nazionali”. Stiamo anche definendo le funzioni e le prerogative di una struttura commissariale che semplifichi e renda omogeneo l’iter dei progetti. I tempi? Tra fine gennaio e inizio febbraio».
Con quali club state parlando?
«Parliamo con tutti. Alcuni sono più avanti, come a Firenze, Cagliari, Bologna, Parma ed Empoli. Ma c’è anche Milano, che si sta avviando verso una buona soluzione; Roma sta procedendo, il progetto dei giallorossi va avanti, la Lazio ha appena presentato un’idea progettuale sul Flaminio e sono previsti interventi sullo stadio Olimpico, di proprietà di Sport e Salute; mi auguro arrivi Napoli, con il club che punta sul nuovo stadio e il Comune che vorrebbe rinnovare il Maradona. E poi, Palermo, Genova, Bari e Verona».
Il calcio, compreso Simonelli neo presidente della Lega Serie A, reclama anche un ritorno del Decreto Crescita:
«Auspico che la Lega, nel rispetto delle norme e della logica, trovi presto compattezza e armonia, pur nella diversità degli interessi dei suoi associati. Meglio lavorare su vivai, infrastrutture e calcio femminile. Di sicuro la Serie A avrà il nostro supporto».
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Qualcosa può arrivare dalle scommesse.
«Direi di sì, a partire dalla pubblicità. In linea di principio, bisogna comunicare efficacemente ciò che è legale, marcando il discrimine con ciò che non lo è. Io penso, nel rispetto di opinioni diverse, che vietare la pubblicità non aiuti, anche sul versante del contrasto alla piaga sociale della ludopatia. D’altro canto, il Governo userà tutti i mezzi per arginare l’economia criminale anche in questo settore, includendo la pirateria audiovisiva, tutelando l’economia legale, anche a beneficio dei club e, in generale, degli organizzatori degli eventi, ai quali ritengo giusto riconoscere un diritto per la scommessa, ovvero una percentuale dei ricavi».
Sostenibilità è una delle parole più utilizzate da Gabriele Gravina, attuale e salvo sorpresone futuro presidente Figc.
«Già… Il sistema federale, con la sua capacità di autodeterminarsi, sta esprimendo questo. La cosa fondamentale è che il progetto sia ambizioso, al di là degli accordi e degli annunci. Se saranno altri quattro anni di gestione Gravina, che siano di evoluzione, di miglioramento e di riforme. Noi li aiuteremo, con il calcio non c’è la disattenzione che qualcuno superficialmente lamenta».
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Il fatto che Gravina rischi di andare a processo con l’accusa di aggiotaggio la preoccupa?
«Al di là dell’eventuale iter processuale, situazioni del genere sono inopportune e appartengono a fattispecie che la giustizia sportiva, diversa e complementare rispetto a quella statuale, deve valutare proprio nel rispetto delle proprie prerogative, a tutela della reputazione e della credibilità dello sport. E questa non è l’unica situazione inopportuna nello sport italiano».
I presidenti federali con tre o più mandati, nonostante il suo intervento correttivo, vengono tutti rieletti, mentre sembra non ci siano margini per il quarto mandato di Malagò.
«Sto intervenendo su tutto quello che ritengo migliorabile. Il mio correttivo sull’elezione dei presidenti federali forse non ha prodotto l’effetto nel quale confidavo (sono stati rieletti tutti, ndr), ma non è stato supportato adeguatamente dai regolamenti elettorali, come avevo auspicato formalmente il 4 dicembre 2023 al Coni. Era compito proprio del Coni, ne riparlerò con il prossimo presidente, chiunque sarà».
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Sinner sta affrontando bene la vicenda doping.
«Mi sembra paradossale vedere riconosciuta una sorta di responsabilità oggettiva dell’atleta nei confronti del suo staff. Ho preso atto che la Wada, forse sulla base di quanto accaduto a Jannik, ha deciso di rivedere le sue politiche, anche se non capisco perché farlo dal 2027».
Per Milano-Cortina 2026 stiamo tranquilli?
«Diciamo che ci vuole quella positiva, lucida e ragionevole inquietudine per restare concentrati, anche sui dettagli. Non possiamo sbagliare nulla. Sono certo che andrà tutto bene».