Il presidente poi prova a normalizzare la situazione del Psg: «Il nostro progetto ha basi solide, le ambizioni sono le stesse, ci vuole pazienza»
Nasser Al Khelaifi, presidente del Psg, al margine del congresso Eca (associazione europea dei club), ha parlato del momento complicato che sta affrontando la sua squadra (rischiano di non accedere ai playoff di Champions League) e del Mondiale per club, che partirà dopo la fine dei campionati.
Al Khelaifi: «Le ambizioni del Psg sono le stesse di sempre, ci vuole pazienza e perseveranza»
«Abbiamo iniziato una nuova fase di sviluppo del club. Trasformazione e cambiamento richiedono tempo. Ci vuole pazienza e perseveranza, non panico quando le cose non vanno sempre come vuoi. Abbiamo una strategia a breve, medio e lungo termine e credo pienamente nell’allenatore, nei giocatori, in tutta la nostra squadra. Il nostro progetto ha basi solide e continueremo a costruirlo», ha dichiarato il presidente.
E sul futuro di Luis Enrique al Psg si è limitato a dire:
«Sono sicuro di lui al 100%. Abbiamo cambiato tanto nel club negli ultimi anni, stiamo costruendo un collettivo dentro e fuori dal campo, abbiamo rafforzato la dirigenza, abbiamo aperto il miglior centro di allenamento del mondo a Poissy. Ho assoluta fiducia nel progetto, nell’allenatore, nel direttore sportivo (Luis Campos), e continueremo ad evolverci. E quando i tempi sono difficili, ci sosteniamo a vicenda, questo è ciò che fa un buon club, questo è ciò che fanno anche i nostri tifosi che sono fantastici».
Al Khelaifi non ha negato che potrebbe esserci qualche nuovo innesto a gennaio:
«Come tutti i club, se c’è un’opportunità, ovviamente la valuteremo. Ma sosterremo tutta la nostra squadra, nei momenti buoni e nei momenti bui, questo è ciò che è una squadra, le nostre ambizioni non sono cambiate».
Infine, ha difeso il Mondiale per club, criticato da molti per le troppe partite giocate durante l’anno e l’usura fisica dei calciatori:
«Ci sono tante sfide, ma è un bel torneo. Non è un torneo nuovo, sostituisce una competizione già esistente. Non aggiunge molto lavoro ai giocatori perché si svolge ogni quattro anni e non lo fanno tutte le squadre».