“I calci piazzati dell’Arsenal in particolare sono diventati un evento a sé stante. Le radio chiedono la linea ad ogni angolo. E’ assurdo”
Basta con il feticismo per gli schemi sui calci d’angolo, torniamo ad allenare le emozioni (Guardian)
“Questa è la stagione degli allenatori dei calci piazzati”, scrive il Guardian. “Prima del 2023-24 avevamo solo “mano sinistra alzata primo palo, entrambe le mani alzate second palo”. Adesso invece si parla dei calci d’angolo dell’Arsenal come di “fenomeno” e di Nicolas Jover (l’allenatore dei calci piazzati dei Gunners) quasi come di una rock star.
E però, scrive il giornale inglese, anche basta. E’ vero che “una delle gioie del calcio è la novità. Nuove persone che fanno cose nuove e, naturalmente, guardare i vecchi che perdono la testa per questo”. “Ma i calci piazzati dell’Arsenal in particolare sono diventati un evento a sé stante. Le stazioni radio interrompono il commento della partita principale quando i Gunners hanno un calcio d’angolo. Un commentatore spagnolo ha iniziato a cantare il tema di Jaws mentre Declan Rice correva per calciarne uno”. Ed effettivamente “il blocco e la coreografia, a metà strada tra un telaio funzionante e una linea di scrimmage, sono stranamente ipnotizzanti”.
Siamo arrivati “allo stesso punto in cui Pep Guardiola ha influenzato ogni squadra dei campionati amatoriali al punto che i terzini più agguerriti preferirebbero fare un passaggio alla cieca orizzontale piuttosto che lanciare in avanti. Andate in qualsiasi stadio questo fine settimana e vedrete che le tattiche d’angolo dell’Arsenal vengono copiate”.
Il Guardian parla di “feticismo” per gli allenatori dei calci piazzati. Ma chiede di andare oltre. E’ arrivato il momento di osannare un futuro “Director of Vibes”: l’allenatore di emozioni.
“Immagina ogni squadra con un DoV in panchina che indossa una tuta con le iniziali, che festeggia quando un giocatore semplicemente sorride”.
Più seriamente: “l’unica cosa che conta davvero è l’atmosfera. Se l’atmosfera è buona, lo spettacolo è buono. Se la squadra è felice, lo spettacolo è migliore. Se le persone vogliono essere lì e ci vanno, fa una netta differenza. C’è un lato serio in tutto questo. Michael Caulfield, uno psicologo che lavora a Brentford, ha detto a BBC Radio 5 Live della necessità per giocatori, allenatori, staff di essere felici e di avere un equilibrio tra lavoro e vita privata e di prendersi del tempo libero. Normali cose da lavoro”.
Noi “non lo consideriamo un lavoro con un posto di lavoro e dei colleghi. Chi ha bisogno di un equilibrio tra lavoro e vita privata quando si gioca a calcio? Ma è pur sempre un lavoro”.