Repubblica. Se le analisi confermano una cardiomiopatia genetica, la linea guida prevede l’applicazione del defibrillatore. In Inghilterra le regole sono diverse
Edoardo Bove ha avuto un arresto cardiaco in campo nel match tra Fiorentina e Inter; la partita è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi. Il centrocampista è stato portato immediatamente in ospedale, ora è cosciente, ma stanno continuando le indagini a proposito. Come riportato da Repubblica, però, Bove rischia di non poter giocare più in Italia, se dovesse essergli applicato un defibrillatore sottopelle.
La carriera di Bove in Italia è a rischio
Il quotidiano scrive:
I medici cercano di capire quale sia l’origine della fibrillazione che l’ha colpito. Le strade da percorrere sono due: quella di un danno al miocardio successivo a una miocardite e quella di una cardiomiopatia. La prima è una malattia infiammatoria che in certi casi lascia cicatrici sul cuore dalle quali può partire una crisi “elettrica”; la seconda è una malattia genetica, che provoca sempre segni sull’organo dai quali può svilupparsi un’aritmia. Ricostruire l’origine della crisi cardiaca serve per approfondire il tema dell’idoneità sportiva che è stata concessa a Bove in passato.
Quando c’è aritmia ventricolare, come ha spiegato il professor Corrado, ordinario di cardiologia a Padova, le linee guida impongono il defibrillatore sottocutaneo. I medici vorrebbero percorrere questa linea e lo hanno già spiegato al paziente; se sarà così, la carriera di Bove in Italia si dovrà interrompere, come è successo a Eriksen tre anni fa dopo un arresto cardiaco provocato da un’aritmia durante l’Europeo nel 2021; oggi porta l’apparecchio e gioca in Premier League, dove le regole sono diverse.
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