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Cannavacciuolo: «Incontrare Gualtiero Marchesi è stata un’emozione più forte di Maradona»

A La Stampa: «Mia madre preparava un piatto e quello dovevi mangiare. Se non lo facevi, te lo ritrovavi davanti (freddo) la sera o il giorno dopo»

Cannavacciuolo: «Incontrare Gualtiero Marchesi è stata un’emozione più forte di Maradona»
Db Milano 08/12/2022 - photocall trasmissione Tv ‘Masterchef’ / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Giorgio Locatelli-Antonino Cannavacciuolo-Bruno Barbieri

La Stampa intervista oggi Antonino Cannavacciuolo che da questa sera sarà di nuovo in tv con Masterchef.

Gualtiero Marchesi, il padre della cucina italiana. Che ricordo ha di lui?

«Avevo poco più di 18 anni, quando mangiai nel suo ristorante: se ci ripenso, provo ancora oggi la stessa emozione di allora. Neanche quando incontrai Maradona l’impatto era stato così forte. Quella che Masterchef gli ha dedicato è stata una puntata rivelatrice: di nessuno è rimasto un ricordo così indelebile. Ha reso internazionale la cucina italiana. Ha cambiato le carte in tavola. Gli siamo tutti figli. Rifatte oggi, 30 anni dopo, le sue ricette sono ancora innovative e attuali, e ancora ispirano».

Il lavoro dello chef è faticoso anche fisicamente. Cosa fa per tenersi in forma ?

«Premesso che non credo e detesto le diete, sono per una autodisciplina alimentare che mi ha fatto perdere non pochi chili. Passato a cibi più leggeri e delicati, applico il detto “la colazione è per te e per volerti bene; il pranzo da condividere con un amico; la cena da lasciare al nemico” ».

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Ovvero?

«Prima non facevo colazione così mi trovavo per tutta la giornata in una specie di eterno debito calorico. Ora è diventa il pasto su cui appoggio la giornata.E alla sera, poi, divieto di abbuffo: la lasagna è buona ma poi la paghi. Certo, con il nostro lavoro, le eccezioni capitano, ma così le controllo».

Praticamente?

«Mangio solo salato-uova, salmone, tacchino – avocado e altra frutta. E in apertura una tisana fatta di acqua tiepida e limone: depurante»

Figlio d’arte, cosa ricorda della sua infanzia alimentare?

«Mia madre che preparava un piatto e quello dovevi mangiare. Se non lo facevi, te lo ritrovavi davanti (freddo) la sera o il giorno dopo. Ricordo che andavo nell’orto per sfamarmi di nascosto ma alla fine cedevo».

I suoi incubi peggiori? «Le fave (che ora invece amo) e la pasta coi broccoli: una condanna vera ».

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