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Canonico, il medico del Napoli: «Bove si è salvato perché era su un campo di calcio. È pieno di fake news»

Il responsabile dello staff medico a Radio Crc: «Lo staff atletico con noi collabora tanto ed è la chiave di volta nel rapporto tra area sanitaria e tecnica»

Canonico, il medico del Napoli: «Bove si è salvato perché era su un campo di calcio. È pieno di fake news»
Db Milano 10/11/2024 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alessandro Buongiorno-Marcus Thuram

A Radio Crc è stato intervistato Raffaele Canonico, responsabile dello staff medico del Napoli.

Napoli, il dottor Canonico: «Sui giocatori nuovi c’è un continuo interscambio con lo staff atletico, bisogna sapersi adattare»

«I professionisti non staccano mai durante le vacanze, solo il giorno di Natale. Ci si è allenati il giorno prima ed il giorno dopo: i ragazzi continuano a seguire le indicazioni».

Le fake news che si riscontrano più spesso:

«Nell’epoca dei social tutti vanno a ricercare notizie e fonti spesso non attendibili, per noi è problematico perché anche con pazienti esterni ci arrivano notizie o presunte diagnosi. A volte leggo che servirebbe fare digiuno, in realtà non è così, meglio bere molto e fare dieta mediterranea con frutta e verdura. Poi per quanto riguarda infortuni e patologie degli atleti, siamo attorniati da fake news».

Vengono preservati gli atleti dal freddo?

«Noi siamo fortunati perché il freddo vero di solito lo proviamo a gennaio-febbraio. La preparazione degli atleti comincia dall’interno: si attivano in palestra, l’obiettivo è preparare muscolo ed articolazioni all’attività esterna. Questo viene fatto in sala medica con i fisioterapisti e poi in palestra con i preparatori atletici. Poi è ovvio che ci sono gli indumenti tecnici altamente specializzati e termici che aiutano, anche chi ad esempio deve entrare a partita in corso e si riscalda prima».

Sul caso Bove:

«Mi ha fatto un effetto che mi ha lasciato interdetto, ma probabilmente si è salvato perché era su un campo da calcio: fosse successo a casa o in strada, senza poter essere soccorso da sanitari di alto livello, probabilmente parleremmo di altro. La medicina dello sport è materia molto avanzata, noi abbiamo a disposizione dei bazooka perché possiamo fare ogni genere di esame sui professionisti, ma alcune patologie sono indiagnosticabili pre-mortem. L’importanza di una visita accurata e precisa è fondamentale, è più facile ad alto livello perché abbiamo strutture diverse e tempi più brevi, in categorie inferiori è sicuramente più difficile. Noi siamo all’avanguardia sull’idoneità sportiva, ma paradossalmente a volte assistiamo in Campania a visite fatte in maniera approssimativa, spesso senza seguire nemmeno i requisiti minimi. Siamo all’avanguardia mondiale, per noi medici la tutela della salute dei nostri assistiti è fondamentale, però spesso assistiamo ad altre cose ed in vent’anni è cambiato poco».

Come si lavora ad inizio stagione col Napoli?

Canonico: «Siamo noi in primis a doverci adattare alle richieste degli staff atletici, ma abbiamo principi di lavoro che facciamo conoscere e comprendere. Lo staff atletico con noi collabora tanto ed è la prima chiave di volta nel rapporto tra area sanitaria e tecnica: fortunatamente con il professor Coratti ed i collaboratori Cacciapuoti e De Felice c’è una collaborazione che va oltre il quotidiano, sui giocatori nuovi sulla base di una serie di test atletici e medici c’è un interscambio quotidiano, spesso sono loro a chiederci se conviene fare un allenamento di forza o diverso. Certo ci vuole anche la capacità e l’intelligenza di sapersi adattare, se ognuno rimane sulle proprie posizioni l’obiettivo comune può venire meno».

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