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Difficilmente Napoli avrà gli Europei, al “Maradona” non si può giocare coi lavori in corso

I lavori sono incompatibili con le partite del Napoli: non si può giocare a cantiere aperto ed è impensabile che il Napoli giochi un anno altrove

Difficilmente Napoli avrà gli Europei, al “Maradona” non si può giocare coi lavori in corso

Difficilmente Napoli avrà gli Europei, al “Maradona” non si può giocare coi lavori in corso.

La querelle Napoli-Europei si sta avviando verso quella che oggi possiamo definire una conclusione annunciata. A meno di clamorose novità che al momento non si intravvedono. Il ministro dello Sport Abodi ne ha accennato in politichese facendo comprendere che i tempi sono stretti, e che senza un accordo tra il Comune e il Napoli difficilmente si potrà procedere.

L’accordo tra Calcio Napoli e Comune di Napoli è molto di là da venire. E per ospitare gli Europei, il Maradona dovrebbe ospitare lavori di ristrutturazione non banali. Lavori che renderebbero impossibile ospitare le partite del Napoli. Il “Maradona” non è uno stadio dove è pensabile giocare con un cantiere aperto. Il Napoli dovrebbe quindi giocare un anno lontano da Fuorigrotta. Soluzione non sostenibile. Il Napoli non può giocare in nessun altro stadio campano. E non è pensabile ipotizzare un anno vissuto a Bari per molti motivi tra cui – non ultimi – quelli ambientali.

I lavori al Maradona sono incompatibili con le partite del Napoli. Quindi è molto probabile che la vicenda Europei si chiuderà con un nulla di fatto. Saranno altri gli stadi che ospiteranno le partite previste per il torneo che l’Italia ospiterà nel 2032 insieme con la Turchia.

Ecco cosa ha detto Abodi del Maradona e degli Europei

Per gli Europei 2032, che si terranno in Italia e Turchia, il Ministro per lo sport Andrea Abodi ha sottolineato la questione riguardante gli stadi italiani all’Assemblea nazionale dell’Anci a Torino.

Le dichiarazioni di Abodi:

«Per gli Europei il tavolo di lavoro è permanente, non chiude mai. Stiamo lavorando su nove opzioni ulteriori. Roma e Milano hanno bisogno di predisporsi al meglio, perché gli stadi ci sono tendenzialmente, salvo la diversità progettuale che però deve approdare a qualcosa. Ma ci sono altre città per due posti perché la Uefa ci ha comunicato che gli stadi saranno, ad oggi, cinque, e Torino, Milano e Roma hanno già una loro stabilità. La competizione per gli altri posti è abbastanza marcata, sapendo che dobbiamo cercare anche di distribuire sul territorio la presenza. E quindi sicuramente almeno uno al sud. Napoli deve competere, la competizione è sulle cose fatte bene e il tempo che ci vuole, e il tempo è poco».

Il Ministro al CorMezz: «Il Maradona? Lo stadio deve essere sostenibile e rispettare l’economia del territorio»

De Laurentiis vorrebbe un Maradona sullo stile delle arene Nba dove l’intrattenimento è imprescindibile: centro commerciale, cinema, fast food. Qual è il modello di stadio italiano moderno a cui si ispira il governo?

«Il Maradona, come altri stadi italiani, devono ricalibrarsi in comunità energetiche che fanno della sostenibilità energetica e la funzionalità tecnologica i loro punti di forza. Il concetto chiave è questo: sostenibilità finanziaria, sociale e ambientale. I conti devono tornare, è fondamentale anche rispettare l’economia del territorio e badare alla questione green».

 

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