Il Corriere dello Sport. Nelle sue apparizioni tv, Giuntoli continua a esibire un sorriso Durbans ma francamente non se ne capisce il motivo.
Giuntoli ha fatto spendere alla Juve 110 milioni per Douglas Luiz e Koopmeiners, il Napoli con 30 ha preso McTominay
Il Corriere dello Sport fa il punto sulla situazione della Juventus dopo il pareggio 1-1 a Lecce. Ecco qualche stralcio dell’analisi di Massimiliano Gallo:
La Juventus resta una squadra a metà del guado. Non è né carne né pesce. Fatica a esibire quel calcio sbandierato in maniera troppo ottimistica dagli aedi del nuovo corso calcistico bianconero. Che al momento non si vede. Ieri sera Thiago Motta ci ha messo del suo con sostituzioni al di là del comprensibile. Doveva difendere il vantaggio e ha tolto i calciatori più abili nel possesso palla come Yildiz e Conceiçao. Fa parte della sua visione del football, visione che – va detto – non è chiarissima. Tranne a chi ha cieca fiducia in lui.
Giuntoli, il mercato e gli infortunati che non guariscono mai
A suo discapito vanno elencati un po’ di alibi. Su tutti gli infortunati, alcuni traumatici ma altri misteriosi: Milik, Bremer, Douglas Luiz, Vlahovic, Cabal, Nico Gonzalez, Savona, Adzic, McKennie. Nove. E poi c’è la campagna acquisti il cui giudizio oscilla tra l’insufficiente e il mediocre. Evitiamo – per ora – iperboli come fallimentare. Nelle sue apparizioni tv, Giuntoli continua a esibire un sorriso Durbans ma francamente non se ne capisce il motivo. È sufficiente pensare ai 110 milioni investiti per Douglas Luiz e Koopmeiners, e paragonarli ai trenta spesi dal Napoli per McTominay per smettere di sorridere. Non ci sembra il caso di aggiungere altro. In più, come detto, c’è la catastrofe sanitaria. Il centro J medical è diventato una sorta di triangolo delle Bermude: i calciatori che vi approdano, ne vengono risucchiati e non tornano più in campo. Di Nico Gonzalez si sono perse le tracce, Vlahovic e McKennie sono afflitti da affaticamenti che durano settimane, Douglas Luiz è ormai un caso non solo clinico.
È vero che Thiago gioca con una rosa azzoppata e mediaticamente sopravvalutata. Ma è altrettanto vero che il nuovo tecnico è stato disegnato come Jessica Rabbit e al momento, invece, somiglia più alla simpaticissima Olivia compagna di Braccio di Ferro. Il suo arrivo è stato accompagnato da slogan del tipo “finalmente la Juventus tornerà a giocare a pallone”. Un bombardamento mediatico che ha finito col rivelarsi un boomerang. Il calcio propagandato si è visto solo una sera, a Lipsia. E qualcosina nel 4-4 contro l’Inter. Decisamente poco.