A La Nuova Sardegna: «Molte delle cose in programma le abbiamo già fatte. Con Spalletti abbiamo iniziato un progetto che fa ben sperare»
Gabriele Gravina, attuale presidente della Federazione calcistica italiana, è intervenuto a La Nuova Sardegna. Il suo intervento – piuttosto lungo – si è concentrato sugli scopi politici del suo ruolo (qualora venisse riconfermato) e sui suoi successi e insuccessi. Uno dei principali argomenti trattati è stato ovviamente quello della Nazionale di Luciano Spalletti, che deve avere come obiettivo quello di qualificarsi ai prossimi Mondiali negli Usa.
Gravina: «Decisione di ricandidarmi presa di concerto»
Di seguito quanto dichiarato dall’attuale presidente Figc:
«La decisione di ricandidarmi è stata presa di concerto con le componenti, anzi sono state loro a chiedermelo in tempi non sospetti, mostrando grande fiducia nella mia persona e nel progetto. Abbiamo condiviso un percorso di valore e di valori che va completato. Avevo risposto loro che ero disponibile a farlo purché ci fosse una larga convergenza sul mio nome e le designazioni formali che ho ricevuto hanno superato addirittura le mie più rosee aspettative.»
Sulle critiche:
«Le critiche serie e non pretestuose sono uno stimolo, ma la maggior parte di quelle ricevute negli ultimi mesi sono state alimentate dal fango di dossieraggi e bugie, messe in circolazione ad arte perché non si ha il coraggio o la forza di vincere in maniera corretta una sfida politica. Il momento di sconforto l’ho superato grazie alla vicinanza, quasi totalitaria, del mondo del calcio, e dalla certezza della mia correttezza sia nel campo privato che in quello pubblico.»
Sui suoi successi politici
«Dal punto di vista politico, l’aver contribuito in maniera determinante a dare stabilità al sistema devastato dalla pandemia attraverso una contribuzione straordinaria, resa possibile dall’ottima gestione della Figc, e avviando un piano graduale di risanamento economico-finanziario dei club professionistici. In più, l’aver difeso l’autonomia della Federazione, quindi del calcio, da diverse ingerenze esterne. Dal punto di vista sportivo, ovviamente il successo all’Europeo del 2021 e il grande lavoro con le Nazionali giovanili che ci è valso, per la prima volta nella storia, la vittoria del Premio ‘Burlaz’ della Uefa. Un riconoscimento basato sui risultati delle selezioni Under 17 e Under 19 mai vinto dall’Italia, a dimostrazione che abbiamo imboccato la strada giusta.»
Sul mancato accesso ai Mondiali:
«Certo, eppure lo sport ci mette di fronte sempre nuove sfide e dobbiamo saperci rialzare dopo ogni sconfitta. Negli ultimi quattro anni abbiamo vinto un Europeo (non accadeva dal 1968) e abbiamo trionfato diverse volte con le Nazionali giovanili. Nonostante non esistano più partite scontate in campo internazionale, il futuro è azzurro, ne sono sicuro. Stiamo lavorando per questo, il percorso intrapreso da settembre dal ct Luciano Spalletti e da tutti i ragazzi ci fa ben sperare. È stata allestita una delle Nazionali più giovani della storia, ha bisogno di un po’ d’esperienza, ma è di sicuro valore.»
«È già tutta nero su bianco in due documenti approvati dal Consiglio Federale (Piano Industriale della Figc e Piano Strategico del Sistema Calcio, ndr). Molte delle cose elencate le abbiamo già fatte, alcune le stiamo facendo, se dovessi essere rieletto completerò questo importante percorso condiviso insieme alla nuova governance. Una soddisfazione personale è l’aver dato alla Federazione una prospettiva programmatica a medio/lungo termine.»
Sul pentimento di Mancini:
«Rispetto il pensiero di Roberto, che rimarrà per sempre nella storia azzurra insieme a tutti protagonisti dello splendido trionfo europeo del 2021. Adesso ritengo più corretto guardare al presente e al futuro della nostra Nazionale.»
Sui vivai:
«Molto negli ultimi anni è stato fatto ed i risultati delle nazionali giovanili sono lì a testimoniarlo. Ma per rendere questa crescita costante non occasionale, sono convinto si debba fare un salto importante nel futuro e creare un’unica regia tecnica tra Club Italia, Settore Tecnico e Settore Giovanile e Scolastico che, di concerto con le società, offra le indicazioni e le soluzioni migliori per lo sviluppo, la crescita sportiva e la maturazione dei giovani.»
Sugli stadi:
«Ho chiesto con forza al Governo il riconoscimento di una percentuale sulle scommesse (come peraltro avviene già in altri Paesi europei ndr) per creare un fondo che consenta di avere l’equity necessaria a chi ha la visione e l’intenzione di ammodernare il proprio impianto. Parallelamente, è fondamentale un ulteriore intervento legislativo che acceleri le procedure. D’altronde, se anche il Ministro dello Sport ha fatto riferimento ad un commissario sul tema è perché alcune criticità evidentemente ci sono.»